Recuperato il corpo del sub intrappolato nel relitto

CHIOGGIA. Le squadre speciali di soccorso dei sommozzatori dei vigili del fuoco hanno recuperato il corpo di Giovanni Pretto, 34 anni di Valli del Pasubio (Vicenza), l’istruttore subacqueo disperso dal 26 marzo mentre effettuava un' immersione con dei compagni sul relitto della nave Evdokia II sei miglia al largo delle coste di Chioggia.
Gli speleosub dei vigili del fuoco hanno portato in superficie il corpo, che è stato adagiato a bordo dell'imbarcazione della capitaneria di porto.
Il corpo del subacqueo era stato individuato nel primo pomeriggio di ieri, ma le difficili condizioni di visibilità, che potrebbero essere anche alla base della tragedia, ne avevano impedito il recupero. Alle operazioni di ricerca e recupero hanno preso parte sommozzatori e specialisti speleosub dei comandi di Venezia, Vicenza, Roma, Bari e Viterbo.
I soccorritori, entrati in azione con un elicottero già mezz'ora dopo il primo allarme lanciato dai compagni di immersione di Pretto che non avevano visto il loro amico riemergere, si sono alternati in modo continuo, esplorando palmo a palmo l'intero relitto, un cunicolo di ambienti oscuri e pieni difanghiglia che al primo lievissimo spostamento diventa "sospensione", una autentica nebbia di fango che azzera la visibilità. Un particolare che potrebbe essere tra le cause dell'incidente mortale
Il corpo è stato individuato in una delle sale interne del relitto della nave, affondata nel 1991 a causa della collisione con il cargo honduregno “Philippos”. Quello occorso a Pretto è il secondo incidente mortale avvenuto all’interno del relitto nel corso degli anni. Già un subacqueo di Chioggia era rimasto intrappolato al suo interno perdendo la vita. In suo onore è stata posizionata la statua della “Pietà” a poppa della nave, statua che viene restaurata ogni anno dai sub chioggiotti.
Sul corpo di Pretto verrà ora eseguita l’autopsia e la Procura della Repubblica attende la relazione tecnica sull’incidente da parte della capitaneria di porto.
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