Recuperati pergamene e disegni antichi
I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia hanno recuperato quattro pergamene antiche e un disegno del 1500 sottratti nel corso degli anni all’Archivio di Stato di Venezia, l’ex convento dei Frari dove da quasi due secoli si conserva la memoria storica della Serenissima, ma anche tutta la documentazione prodotta in laguna durante il Regno d’Italia e poi dalle istituzioni della Repubblica italiana. Ieri, il nuovo comandante, il maggiore Christian Costantini, assieme al procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito e al direttore dell’Archivio Raffaele Santoro, hanno illustrato l’importanza del ritrovamento dei documenti. «Abbiamo interrotto un triste commercio», ha sottolineato l’ufficiale dell’Arma, «e lavorato per recuperare pezzi della memoria storica». «Un grande risultato è stato raggiunto», gli ha fatto eco il direttore Santoro, «grazie alla stretta collaborazione tra i funzionari dell’Archivio di Stato e i carabinieri, che hanno dimostrato grande capacità investigativa e competenza».
Il primo documento recuperato è un frammento di pagina in pergamena manoscritta del 1328 con la prima raffigurazione del Doge Francesco Dandolo (Venezia 1258-1339), strappato dal «Codice Collegio, Promissioni Ducali, 1», trafugato prima del 1965 dall'Archivio (presumibilmente il suo valore è di circa 10mila euro). E’ stato recuperato con la collaborazione dell’Interpol ed era stato posto in vendita presso Christe’s, la nota casa d’aste di Londra e poi era stato acquistato da un italiano residente a Parigi, dove è stato recuperato grazie anche alla collaborazione dell’Office Central de Lutte Contre le Trafic de Biens Culturels della capitale francese.
Il secondo documento restituito è composto da quattro pagine in pergamena manoscritte della seconda metà del 1300, asportate da un codice denominato «Mariegola della Scuola Grande di Santa Maria de Valverde mare de Misericordia» del 1392, trafugato negli anni della seconda guerra mondiale (il loro valore è di 400 mila euro). Le opere sono state individuate seguendo i vari passaggi di proprietà che hanno permesso di risalire al collezionista statunitense che le aveva acquistate in Italia, intorno al 1950. Alla sua morte gli eredi decisero di donare le quattro pergamene al Museum of Art di Toledo, nello stato Usa dell’Ohio, dove uno studioso ha segnalato la loro presenza ai funzionari dell’Archivio veneziano, i quali hanno allertato i carabinieri, che a loro volta hanno messo in moto anche le vie diplomatiche. Il terzo è un grande disegno a penna e inchiostro su carta raffigurante «Studio per Galeone» di anonimo veneziano della prima metà del XVI secolo «(sicuramente, comunque, si tratta di un esperto navale), trafugato prima del 1974 e del valore di circa 100 mila euro. Lo «Studio» dopo varie transazioni era stato acquistato da uno storico italiano che si era stabilito in Francia. Dopo la sua morte, l’erede lo aveva alienato e se n’erano perse le tracce fino a quando è ricomparso in una libreria antiquaria di Firenze, dove è stato acquistato, in buona fede, da un collezionista italiano e alla fine recuperato dai carabinieri nella sua abitazione di Piove di Sacco.
«Era facile mollare la presa, visti gli anni trascorsi dai furti e le vie prese dalle opere, tutte finite all’estero», ha sostenuto il procuratore aggiunto Adelchi d'Ippolito, «ma la tenacia investigativa dei carabinieri e della procura, ha permesso di raggiungere questo risultato». «C'è un fascicolo aperto per ricostruire nel dettaglio le sottrazioni», ha concluso, «ma i reati commessi sono in gran parte prescritti a causa del tempo trascorso dai furti. Inoltre, gli ultimi acquirenti erano per la maggior parte in buona fede e hanno capito il lavoro investigativo. Così, alla fine non si sono opposti alle restituzioni, visto che avrebbero potuto avviare lunghe cause sulla proprietà ».
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