«Realizzare la Tav, una priorità» Il ministero non torna indietro

Ferrazza ha ribadito che risolvere i nodi critici dell’attuale linea ferroviaria va bene ma non basta Legambiente: «Quadruplicamento inutile». Cereser: «Necessario un confronto con il territorio»
Di Giovanni Monforte

Si intervenga pure per risolvere i nodi critici dell’attuale linea storica, ma per il ministero delle Infrastrutture rimane «prioritaria» la realizzazione tra Venezia e Trieste di una nuova linea ferroviaria ad alta capacità, per lo sviluppo del traffico merci.

A ribadirlo, ieri, è stato Roberto Ferrazza, responsabile per il ministero dei Corridoi Ten-T, ovvero le reti di trasporto trans-europee. Dichiarazioni che hanno subito riacceso il dibattito nel Veneto Orientale sul progetto dell’Alta Velocità- Alta Capacità (la cosiddetta Tav-Tac).

Le parole di Ferrazza sono state raccolte a margine di un convegno a Trieste e non lasciano spazio a interpretazioni. Ferrazza ha definito «saggia» la scelta di «aggredire i colli di bottiglia» sulla rete storica, ovvero i nodi che rallentano i tempi di percorrenza sulla linea attuale.

Ma il responsabile ministeriale ha subito precisato: «Non è mai stata messa in discussione l’Alta Capacità in sé. Servono soluzioni ferroviarie che non siano un ostacolo allo sviluppo del porto di Trieste e dei porti dell’Adriatico. Tra fare un quadruplicamento ex novo e la linea storica con soluzione dei nodi c’è una bella differenza».

Ferrazza è intervenuto anche sulla questione del possibile tracciato, spiegando che il ministero dell’Ambiente completerà la Valutazione d’impatto ambientale (Via) sulle due ipotesi, balneare o in affiancamento. «Rete Ferroviaria Italiana ha sollecitato il ministero a dare indicazioni per le finalizzazioni del progetto di affiancamento alla linea esistente», ha aggiunto, «adesso il ministero dell’Ambiente chiuderà il parere di Via confrontando tra loro sia l’ipotesi costiera che quella di affiancamento alla linea esistente».

Per Legambiente si tratta di dichiarazioni «molto politiche» per accontentare gli amministratori friulani sulla questione porti. «Come abbiamo sempre detto, prima si deve andare alla saturazione della tratta storica, con il superamento dei colli di bottiglia», commentano gli ambientalisti del circolo Pascutto-Geretto, «mentre una nuova linea deve essere in funzione delle reali necessità. Dire adesso che ci sia bisogno di un quadruplicamento non è corretto, perché non si avverte la necessità di farlo. Tanto più che c’è la possibilità di utilizzare anche il famoso Corridoio baltico con le linee già esistenti».

Poi, fatti i potenziamenti, si potrà capire di quali ulteriori interventi ci sia bisogno. «Ma con dati reali di proiezioni, non teoricamente», avverte Legambiente. Per gli ambientalisti un eventuale raddoppio «deve essere solamente in funzione di comprovate necessità di saturazione della tratta esistente e fatte tutte le dovute valutazioni dal punto di vista dell’impatto ambientale sui paesi che la linea attraverserà».

Da ultimo, considerato che ormai si parla di linea per il solo traffico merci, quindi con una progettualità diversa, per Legambiente andrebbe fatta una valutazione di tracciato su tutti i corridoi esistenti.

«Serve un coinvolgimento dei territori. Se parliamo di nuove linee e nuovi tracciati è opportuno che ci sia questa fase di confronto, che è mancata nell’esperienza del tracciato basso», conclude il presidente della conferenza dei sindaci Andrea Cereser, «la valutazione sul bisogno di avere una nuova linea deve basarsi sui dati che già ci sono e sulle prospettive di sviluppo, anche economico. Alla luce di ciò, se c’è la giustificazione che sta dietro all’operazione finanziaria, la scelta del tracciato da adottare dovrà poi tenere conto anche del principio di sostenibilità ambientale e sociale, non solo economica».

Giovanni Monforte

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