«Reagiamo e scendiamo in strada contro i criminali»

In preparazione a Marghera una manifestazione popolare contro la violenza, mentre cresce la paura tra la gente del quartiere
Sparatoria in piazza mercato a Marghera
Sparatoria in piazza mercato a Marghera

di Mitia Chiarin

MARGHERA. L’eco degli spari; il corpo steso a terra del macedone di 33 anni ucciso; l’amico insanguinato che si è salvato cercando aiuto al bar “Ae do porte”. Immagini che fanno paura. Non solo a Marghera, laboratorio multietnico dove è più alta in città la presenza di immigrati e dove la crisi pesta duro. Il giorno dopo la sparatoria in piazza Mercato, ci si arrabbia e ci si interroga. E si cerca di reagire invece di chiudersi nelle case. «Quello che è successo è un fatto grave, che inquieta, e che va compreso nei dettagli. Troppi elementi sono oscuri. Ma gli interrogativi restano e sono molti e riguardano anche la qualità del nostro vivere in comunità, la necessità di promuovere un bene comune. Questo fatto ci impone di interrogarci come società civile e cristiana sulle relazioni e il rapporto con gli altri», dice fra Roberto Benvenuto, parroco della chiesa di Sant’Antonio che guarda verso piazza Mercato. Il cantante Skardy, ex Pitura Freska, non si dice stupito: «C’era da aspettarselo. Se non si lavora cosa si fa? Si finisce con il diventare manovali della criminalità. Mi chiedo anche se è meglio oggi che la polizia si vede pochissimo o quando eravamo noi ad andare in piazza, e allora mandavano dalle sette alle otto volte la polizia solo perché avevamo i capelli lunghi e le stampine. Ed è ovvio che la reazione della gente sia violenta, vogliono sempre avere ragione. Le cose culturalmente stanno andando sempre peggio». Michele Valentini (Rivolta) avverte: «Non sappiamo che pensare di questa violenza ma di certo con il ritorno dell’eroina, Marghera rischia di tornare ad essere centrale di spaccio». Paolo Dall’Agnola, presidente vicario dell’Ascom di Marghera, chiede azioni severe: «In quei locali tutte le sere si picchiano. Lo abbiamo denunciato tutti, dalla Municipalità alla nostra associazione che si batte per rivitalizzare il centro, con tante iniziative. O le forze dell’ordine sono in grado di assicurare una sorveglianza costante o quei bar vanno chiusi per un lungo periodo». La Municipalità pensa ad una manifestazione, forse già venerdì, contro la violenza. Antonio Cossidente, segretario Pd di Marghera: «Quel che è accaduto è un sintomo di un fenomeno nuovo che va subito arginato. Se non si dà immediatamente una risposta, rischiamo che passi il messaggio di piazza Mercato come punto franco della delinquenza. Abbiamo chiesto al presidente della Municipalità Flavio Dal Corso di indire una manifestazione in cui i cittadini scendendo in strada possano riappropriarsi degli spazi pubblici. Non possiamo permettere che il crimine si impossessi della Città Giardino». Nessuna strumentalizzazione dai partiti, «dobbiamo dare voce ai cittadini», aggiunge il socialista Elvis Ferialdi. Il vicepresidente della Municipalità, Bruno Polesel conferma: «Ne parleremo in esecutivo. La piazza è l’epicentro di una zona problematica che comprende piazzale Della Concordia, piazzale Tommaseo e piazza Sant’Antonio. Da anni poniamo alle forze dell’ordine la questione sicurezza, ne ho parlato recentemente con i carabinieri. Io stesso ho assistito ad una baruffa, vicino al Bar Ae Do Porte, dove uno aveva minacciato di tirare fuori il coltello. Le forze dell’ordine potenzino la loro presenza sul territorio per prevenire la violenza ma non credo che la strada giusta sia quella di chiudere i locali perché poi il rischio è che la delinquenza si sposti in un altro bar ma non se ne vada dalla piazza». I giovani democratici lanciano un appello: «Facciamo appello alle istituzioni pubbliche e private, alle associazioni, ai cittadini per dimostrare che questa non è la nostra Marghera». E ancora: «Condanniamo i commenti razzisti che girano nell’aria perché non dobbiamo deviare l’attenzione sul diverso, facile capro espiatorio del momento, ma focalizzare i nostri sforzi per superare questa crisi, che acuisce particolarmente le disparità sociali».

(ha collaborato Michele Bugliari)

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