RBHold e Umana in orbita
di CHIARA SACCON
Dall’analisi dei bilanci consolidati dei venti maggiori gruppi dell’area veneziana emerge che il loro apporto all’economia della provincia consiste in un giro di affari di più di 7,5 miliardi di euro con una dimensione media unitaria di fatturato pari a 379 milioni euro. La persistenza della difficile congiuntura, e la conseguente e continua contrazione dei consumi, ha generato nel corso del 2013 una diminuzione complessiva delle vendite di due punti percentuali rispetto al 2012. Il giro di affari totale è comunque il risultato di situazioni tra loro molto diverse con gruppi che presentano anche forti contrazioni dei ricavi e altri forti incrementi, anche a due cifre. Nonostante la flessione dei ricavi totali, la redditività complessiva delle aggregazioni aziendali, misurata dal reddito netto, si manifesta con una corposa crescita rispetto all’anno precedente attestandosi su di un valore di 98 milioni di euro rispetto alla cifra irrisoria del 2012.
Anche qui tuttavia la generalizzazione appare difficile poiché risulta determinante la difformità dei casi specifici. La crescita positiva del risultato economico, infatti, rappresenta in parte il recupero di produzioni reddituali esigue o la riduzione di redditività negative. L’andamento reddituale aggregato risente della positiva influenza dell’aumento del margine operativo lordo (Ebitda) e del reddito operativo (Ebit). Rispetto al 2012 l’Ebitda aggregato cresce del 6,8% mentre l’Ebit del 4,4%. Nondimeno, sempre nell’ambito di una riconosciuta diversità, la media delle variazioni evidenzia che la redditività operativa dei gruppi è generalmente calata mentre l’operatività lorda cresciuta.
La comparazione delle variabili economiche dei maggiori gruppi con quelle delle Top 500 rileva che la consistenza del fatturato e del risultato economico complessivo dei gruppi societari costituiscono circa un terzo delle vendite e del reddito delle società del campione. Sempre dal confronto emerge che l’andamento delle grandezze rispetto al 2012 è differente per quanto riguarda il fatturato, infatti quello delle Top 500 cresce del 3,5% mentre quello dei gruppi cala, e simile invece per la variazione incrementale del risultato economico, anche se quella dei gruppi è superiore rispetto all’insieme delle imprese. Dello stesso segno positivo, ma sempre proporzionalmente superiori rispetto alle Top 500, sono le variazioni del margine operativo lordo e del reddito operativo. L’analisi del profilo patrimoniale evidenzia la crescita dell’investimento in attività da parte dei gruppi societari che segna un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, in linea con l’incremento dell’attivo delle Top 500 che tuttavia è del 3,5%.
Rispetto all’insieme delle imprese è minore invece l’incremento della patrimonializzazione operata dai gruppi che risulta solo dell’1,1% contro il 3,8% delle imprese Top 500. Anche il ricorso all’indebitamento cresce lievemente per i gruppi (1% circa) mentre in misura maggiore, del 2,7%, per le imprese. La struttura delle fonti di finanziamento dei gruppi dunque, che segnala il grado di rischio finanziario connesso allo svolgimento dell’attività aziendale, appare piuttosto stabile nel tempo poiché l’indice di indebitamento, che ne è espressione, registra appena un leggero aumento passando dal 71,9% del 2012 al 72,9% del 2013. L’incidenza del costo dell’indebitamento si fa invece maggiore nel corso dell’ultimo anno con un aumento degli oneri finanziari del 4,4%. Per converso, e in relazione all’aumento superiore del margine operativo lordo dell’insieme dei gruppi, l’incidenza degli oneri finanziari misurata sull’Ebitba diminuisce del 2,3%.
La posizione finanziaria delle Top 500 mostra una simile dinamica quanto a crescita, ancorchè limitata rispetto ai gruppi, dell’indebitamento e degli oneri finanziari, aumentati solo del 2,3%. Lo stesso dicasi per l’incidenza degli oneri finanziari sull’Ebitba che presenta un miglioramento rispetto al 2012 ma inferiore rispetto a quello dei gruppi. I valori aggregati, e le modificazioni nel corso dei due periodi esaminati, consentono una visione di insieme ma non svelano la più volte richiamata ed elevata difformità delle situazioni che caratterizzano i singoli gruppi. A fronte di una riduzione complessiva dei ricavi è più della metà dei gruppi a registrare un aumento, anche considerevole, del fatturato. Tra gli stessi si distinguono dei casi significativi di cui due vedono un incremento di ricavi a due cifre e un caso a tre cifre percentuali (è da segnalare per converso che la riduzione del fatturato risulta importante per due gruppi del campione). Si ritrova sostanzialmente la stessa proporzione, ma non gli stessi gruppi, nell’individuazione di quali abbiano migliorato il risultato economico nel 2013. Sono ben undici i gruppi che presentano un miglioramento reddituale in seguito a una maggiore produzione di ricchezza o a una riduzione della perdita dell’anno precedente (mentre per nove gruppi si assiste ad un peggioramento per la riduzione dell’utile d’esercizio, il manifestarsi di una nuova perdita o il perdurare della stessa). A migliorare per circa la metà dei gruppi è anche il margine operativo lordo e, per un numero minore, il reddito operativo. La propensione all’investimento è manifestata da parte di ben tredici gruppi e in particolare spiccata per cinque che provvedono ad aumentare le attività a due cifre percentuali.
L’esame della struttura finanziaria dei gruppi evidenzia che, a fronte di un aumento contenuto a livello aggregato, per sette di essi l’indebitamento è diminuito. Per tredici dei venti gruppi inoltre il peso degli oneri finanziari sul margine operativo lordo si è ridotto, e con variazioni significative.
In sintesi, la situazione che emerge dall’analisi e comparazione dei bilanci consolidati è di un miglioramento reddituale complessivo, nonostante il calo del fatturato, di una volontà di crescita attraverso gli investimenti e di una stabilità della struttura finanziaria. Ma importanti difformità all’interno dell’insieme dei gruppi societari analizzati, non solo come andamenti contrastanti ma anche come entità delle variazioni, sono l’espressione di una situazione non generalizzabile ma da interpretare caso per caso perché legata a specifiche scelte di gestione che hanno alternativamente determinato una reazione o una resa alla perdurante, difficile e complessa condizione del mercato. In questo scenario, i dati economico-finanziari che emergono dal confronto degli esercizi 2012 e 2013 fanno risaltare in particolare due gruppi sugli altri. Sono il gruppo RBHold e il gruppo Umana a distinguersi per una variazione di rilievo nella performance economica, con riferimento all’andamento dei parametri del fatturato, dell’utile, dell’Ebitda, dell’Ebit ed inoltre per una crescita importante nell’ammontare degli investimenti.
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