Rave party lungo il fiume bloccato dalla polizia
di Diego Degan
CHIOGGIA. Erano già arrivati in 250, su una settantina di auto ma, entro sera, potevano diventare almeno un migliaio. L'appuntamento, per ieri pomeriggio, vicino alla discarica di Ca’ Rossa, era corso sulle onde dei telefonini, tramite messaggini che, dalle spiagge del Nordest, a quelle della Riviera romagnola, avevano attirato centinaia di giovani o aspiranti tali. Ieri mattina, verso le 11, in quel lembo di campagna tra Brenta e Bacchiglione, gli organizzatori del rave party avevano già montato gli amplificatori e stavano facendo le prove dell'impianto, quando lo stridio delle gomme della macchine di polizia e carabinieri si è aggiunto al ritmico boom boom delle casse.
Le forze dell'ordine erano arrivate sul posto in seguito alle segnalazioni di alcuni ciclisti che, passando sull'unica stradina della zona, avevano notato le centinaia di ragazzi che lì si stavano radunando. E la diversa filosofia di vita, tra chi cercava un luogo isolato per poterci fare musica e confusione a proprio piacimento, e chi, in quello stesso luogo, cercava la tranquillità di una gita in bicicletta, ascoltando magari il canto degli uccelli, si è tradotta in telefonate al centralino dei carabinieri, nel raccordo operativo tra i militari e la polizia di Stato e nell'arrivo di gazzelle e volanti a Ca’ Rossa. I primi ad essere identificati sono stati i ragazzi che allestivano l'impianto di amplificazione. Nessuno di loro era chioggiotto e nessuno aveva ottenuto un qualche tipo di assenso dal proprietario, pubblico o privato che sia, del terreno, a insediarsi in quel luogo per tenerci la manifestazione musical-gastronomica.
Oltre alle casse per la musica, infatti, molte altre casse, piene di birra, salsicce e piadine, erano pronte ad essere scaricate dalle auto e avrebbero costituito la materia prima per una grigliata gigante nelle ore a venire. Tutto, quindi, era pronto per una giornata di divertimento che sarebbe proseguita, con ogni probabilità, per tutta la notte. Le forze dell'ordine hanno fatto notare che la manifestazione, radunando più di dieci persone, avrebbe dovuto essere autorizzata, che mancavano certificazioni di sicurezza, antincendio, igieniche, ecc. E che un'eventuale identificazione e perquisizione di tutti i presenti avrebbe potuto far emergere altri aspetti, non irrilevanti, della questione. Per farla breve, i ragazzi hanno capito che conveniva andarsene, hanno ricaricato in macchina le casse e, un po' alla volta, sotto l'occhio di agenti e militari, si sono diretti altrove. Alle due mezza, a Ca’ Rossa, non c'era più nessuno.
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