Rapinò l’Istituto Sherman Ventenne in manette

Carabinieri in azione: il 31 ottobre il giovane di Favaro aveva rubato mille euro dal laboratorio di Rialto. Una settimana dopo il bis in tabaccheria insieme allo zio
Di Carlo Mion

FAVARO. Arrestato dai carabinieri il rapinatore che il 31 ottobre scorso ha colpito nella sede dell’Istituto di analisi cliniche Sherman a Rialto in centro storico. Si tratta di Nicolò Di Nicola, 23 anni, di Favaro. Già finito nei guai perché arrestato dalla polizia dopo una rapina, compiuta la settimana successiva di quella allo Sherman, sempre in centro storico e in una tabaccheria. Rapina consumata assieme allo zio pregiudicato.

Il giovane si era introdotto all’interno del laboratorio con il volto parzialmente coperto da una bandana fingendosi un cliente. Una volta salito al piano del palazzo dove ha sede l’istituto, minacciandole con un grosso cacciavite aveva costretto le impiegate della réception a consegnare la somma di mille euro per poi scappare per le calli circostanti. Velocemente aveva fatto perdere le proprie tracce. Il colpo era avvenuto nel tardo pomeriggio.

I militari, dopo aver compiuto i rilievi tecnico-scientifici, avevano subito avviato una serie di accertamenti che hanno consentito di orientare la loro attenzione, anche per l’aspetto fisico, su Di Nicola, che a distanza di una settimana metteva a segno un’altra rapina ai danni di una tabaccheria di Venezia con la complicità dello zio Mattia Cecchini, già in carcere.

La visione dei filmati estrapolati dal sistema di videosorveglianza della tabaccheria ha consentito ai carabinieri di osservare il modus operandi del giovane rapinatore, che in quell’occasione aveva costretto il tabaccaio a consegnargli l’incasso, mentre lo zio faceva da palo. La refurtiva veniva poi raccolta all’interno di una borsa mimetica militare dove veniva nascosto anche il cacciavite utilizzato come arma. Una borsa del tutto simile era stata utilizzata per la rapina allo Sherman. I militari di San Zaccaria, comparando le numerose testimonianze acquisite con i filmati, non hanno avuto alcun dubbio nel contestare Nicolò Di Nicola la rapina consumata all’Istituto di analisi.

L’ipotesi investigativa, articolata nel fascicolo della dottoressa Masiello, sostituto procuratore della Repubblica, ha così trovato piena concordanza nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita tre giorni fa dai carabinieri del Nucleo Operativo di Venezia.

L’arrestato si trova ora a disposizione dell’autorità giudiziaria nel carcere di Santa Maria Maggiore.

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