Rapine violente in villa, banda sgominata

Due albanesi sono finiti in carcere, un terzo è ricercato: sono accusati di diversi colpi dal 2010 in provincia e in Svizzera
Di Carlo Mion

CAORLE. Rapine violente nelle ville del Nord Italia, ma anche in Svizzera. Assalti compiuti da un gruppo di albanesi, quattro dei quali, i principali esponenti della banda, sono stati individuati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Mestre. Due di questi sono finiti in carcere, un terzo è ricercato e il quarto è indagato.

L’indagine - definita “Operazione Mammuth” - iniziata lo scorso anno, dopo la rapina con sequestro di persona, ai danni del ristoratore Vanni Doretto di Caorle ha consentito ai carabinieri di raccogliere elementi per mettersi sulle tracce dei responsabili di altri colpi nella nostra provincia.

Completate le indagini i carabinieri hanno ottenuto tre ordinanze di custodia cautelare per Elkier Tomay e Ledjan Bozhani, entrambi di 30 anni e per Fejzi Kulluri, che di anni ne ha 25. I provvedimenti, firmati dal gip Marta Paccagnella su richiesta del sostituto procuratore Lucia d’Alessandro, riguardano i reati di concorso di rapina aggravata, sequestro di persone, detenzione e porto illegale di armi. Bozhani è latitante. É scappato in Albania dopo che Kulluri è stato arrestato una prima volta per la rapina ai danni di Renzo Venerandi, titolare della discoteca Odissea di Monastier, rapina avvenuta nel novembre dello scorso anno.

La notte del 13 luglio dello scorso anno Vanni Doretto venne bloccato da tre banditi mentre stava rientrando nella sua abitazione. I malviventi avevano il volto coperto da dei passamontagna. Due erano armati con altrettante pistole. L’uomo non oppone resistenza e i tre lo trascinano dentro casa. Una volta dentro si fanno consegnare venticinquemila euro in contanti e il cellulare.

Prima di scappare e per evitare che l’uomo dia l’allarme legano la vittima con cravatte e cinture che trovano in casa.

Con un movimento repentino il ristoratore riuscì a togliere il passamontagna a uno dei banditi, mentre un altro rimase ferito ad una mano. I banditi scapparono a piedi lasciando sul posto una Mercedes Classe A. Un errore fatale. Infatti nella vettura i militari del capitano Enrico Risottino trovarono diverse tracce utilizzate utili alle indagini, oltre al sangue appartenente al bandito rimasto che consentì di avere il suo Dna.

I carabinieri del Ris compararono i profili genetici e gli altri elementi raccolti a Caorle alla fine gli investigatori sono risaliti ai tre. Si tratta di albanesi per i quali sarebbero state accertate diverse rapine già a partire dal 2010, sia nella nostra provincia che altrove. Inoltre sono accusati di tre rapine compiute lo scorso gennaio nel Canton Vallese, in Svizzera. Uno degli arrestati è stato individuato nel Sandonatese, l'altro in provincia di Varese.

Sono state eseguite anche una decina di perquisizioni domiciliari nei confronti di complici. Si tratta ancora di albanesi e di alcuni italiani sospettati di aver partecipato a colpi assieme ai tre raggiunti dalle ordinanze cautelari. C’è il sospetto che i tre tirassero le fila di una banda composta da una decina di malviventi.

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