Rapine, aggressioni e minacce: "Una violenza inaudita"

Gruppo di sette ragazzi picchia senza pietà le vittime per rubare cellulari e portafogli: arrestati dalla polizia. Gli agenti "sconcertati" da tanta cattiveria
Polizia schierata sul ponte di San pantalon verso campo Santa Margherita
Polizia schierata sul ponte di San pantalon verso campo Santa Margherita

VENEZIA. Una festa importata, poco amata dai veneziani e che subito ha creato tensioni. Halloween si è chiuso a Venezia con una serie di gravi episodinel sestiere Dorsoduro, nelle vicinanze di Campo Santa Margherita e Campo San Pantalon, nei pressi del Ponte di Rialto ed ancora nella zona del Ponte degli Scalzi e della Stazione Ferroviaria.
Sette ragazzi, di cui 2 maggiorenni e 5 minorenni, sono stati arrestati con le accuse di rapina aggravata e, per alcuni di essi, anche furto aggravato.
A Dorsoduro e in campo San pantalon sono avvenute due rapine con la tecnica del “branco”, il primo contro un povero venditore di rose, il secondo contro un passante: spinti a terra e pesatati. Il venditore è riuscito a scappare. Il veneziano no e il gruppetto gli ha preso cellulare e portafogli.

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I poliziotti hanno battuto palmo a palmo tutta la zona, fino a quando un’altra rapina (preso il cellulare) e un furto aggravato li hanno portati in direzione Stazione Santa Lucia.
Il “branco” è stato trovato e fermato sui gradini della stazione.
Si tratta di sette ragazzi della provincia di Treviso tutti con precedenti di polizia con ancora addosso i frutti delle rapine e dei furti.

Il commissario: "Ecco come li abbiamo presi"


Gli oggetti ritrovati sono stati restituiti ai proprietari.
I cinque minori sono stati portati nel carcere minorile di Santa Bona a  Treviso, i due maggiorenni nella casa circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia.

Ecco la ricostruzione ufficiale da parte della polizia.

Il primo episodio verso le ore 00.21: la Sala Operativa della Questura inviava l’equipaggio di Volante presso Fondamenta del Gaffaro in sestiere Dorsoduro, dove il richiedente, un veneziano residente a Castello di 30 anni, dichiarava di aver assisitito ad un’aggressione e ad un tentativo di rapina perpetrato ai danni di un cittadino presumibilmente bengalese dedito al commercio ambulante di rose; questi descriveva un gruppo di giovani composto da individui di varie etnie che parlavano correttamente la lingua italiana che, dopo aver lasciato perdere il bengalese, decidevano di aggredire lui; nonostante lo shock iniziale per le percosse subite, il veneziano riusciva a focalizzare il numero degli aggressori (7-8) e a intuire che in più persone frugavano le sue tasche per cercare oggetti personali di valore da asportare.
Questi, interrompevano l’azione violenta poco dopo non trovando nulla all’interno degli indumenti e si allontanavano.
Il richiedente riportava un evidente bernoccolo/ematoma all’altezza dell’arcata sopraccigliare sx, provocato dalle pedate subite mentre si trovava inerme a terra, e veniva invitato a recarsi immediatamente presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo per farsi visitare.
Secondo episodio: una successiva rapina avveniva intorno alle ore 00.45 presso Campo San Pantalon – Campiello della Mosca, su cui interveniva personale dell’Arma dei Carabinieri. La stessa veniva consumata nei confronti di B. E. nato a Treviso nel ‘91 e residente a Mestre, il quale riferiva che mentre percorreva il ponte in direzione Campo San Pantalon veniva aggredito alle spalle da un gruppo di giovani che lo facevano cadere a terra con un calcio alle gambe a cui seguiva una aggressione con pugni mentre era accovacciato a terra nel tentativo di ripararsi.
Nell’occasione, veniva rapinato del telefono cellulare di marca Apple I-Phone 4s di colore nero, un portachiavi di cuoio marrone contenente un mazzo di chiavi e denaro contante.
La vittima indicava quali autori un gruppo di circa 7 ragazzi di età approssimative tra i sedici e i 18 anni. Il B.E. appariva sanguinante al volto e alla bocca e veniva pertanto invitato a recarsi immediatamente al pronto soccorso per le cure del caso
Dopo l’accaduto, i ragazzi si davano a precipitosa fuga in direzione di Campo Santa Margherita, intimandogli di non seguirli.
Subito dopo si lavava ad una fontana il viso sporco di sangue e nel frangente veniva soccorso da due passanti che richiedevano l’intervento delle Forze dell’Ordine.
Poco dopo interveniva una pattuglia dei Carabinieri che procedeva alle prime indagini.
Successivamente veniva invitato negli uffici della Questura di Venezia per formalizzare la denuncia e per restituirgli il cellulare di sua proprietà.
Negli Uffici della Questura riconosceva uno dei giovani che si erano resi responsabili della aggressione per la felpa che indossava dal colore sgargiante e un pantalone tipo tuta di tessuto scuro.
Terzo episodio: alle ore 02.05 gli operatori venivano inviati dalla Sala Operativa presso Rialto - imbarcadero ACTV, dove erano attesi da una persona che aveva subito una rapina con analoghe modalità.
Tale F.G., veneziano del 1994 riferiva di essere stato aggredito e minacciato da un gruppo di giovani che gli intimavano di consegnargli celermente il portafogli.
Il F. obbediva e consegnava il proprio portafogli contenente denaro per 20 euro e documenti personali e poi scappava allontanandosi.
Lo stesso dichiarava che alle ore 2 circa del 1 Novembre, si trovava da solo in Venezia in zona Frari e stava andando a casa. Nel frangente dopo aver svoltato in direzione Rialto nei pressi del supermercato “Conad” notava un gruppo di giovani fermi.
Tre di questi giovani gli si avvicinavano domandando se aveva da accendere. Alla risposta negativa, uno dei tre, di provenienza probabilmente maghrebina lo minacciava con un frangivetro, dicendogli “Hai 10 secondi per darmi il portafogli e il telefonino”. La vittima consegnava entrambi dopo di che i giovani si allontanavano.
Quarto episodio: alle ore 2.15 la Sala Operativa inviava con urgenza la Volante lagunare in prossimità del ponte di Calatrava, dove l’equipaggio veniva contattato da un soggetto che aveva seguito assieme alla vittima della quarta rapina gli autori del fatto, per indicare la probabile direzione di fuga.
Anche in questo episodio il signor A.T., veneziano, dichiarava di essere stato rapinato da un gruppo di 7 – 8 giovani che dopo averlo avvicinato con una scusa, lo accerchiavano e lo spintonavano facendolo cadere a terra laddove riuscivano a impadronirsi, dopo averlo colpito con calci e pugni, del suo portafogli e del suo cellulare marca Asus Zenphone 5 nero. Il medesimo riportava delle contusioni e in sede di denuncia riconosceva i giovani che successivamente erano stati accompagnati in sede come gli autori della sua aggressione e rapina. Il telefono rubato, rinvenuto nella disponibilità di uno degli indagati, gli veniva restituito
Quinto ed ultimo episodio: alle ore 03.50 la Sala Operativa inviava l’equipaggio di Volante presso il Burger King di Ponte degli Scalzi, Sestiere Santa Croce, all’interno del quale era stato appena consumato un furto, in particolare nel locale degli spogliatoi, dove dopo aver scassinato gli armadietti erano stati portati via effetti personali di proprietà dei dipendenti.
Gli autori dell’episodio venivano segnalati allontanarsi in direzione piazzale Santa Lucia - stazione FS.
Venivano descritti come un gruppo di 7-8 persone, che venivano bloccati dagli Operatori proprio dinanzi all’ingresso della stazione F.S., procedendo poi al controllo e alla loro identificazione.
In merito a quanto accaduto, il direttore dell’esercizio commerciale riferiva testualmente che verso le ore 02:30 odierne, mentre si trovava all’interno dell’attività commerciale, in qualità di direttore, notava un gruppo di otto ragazzi, dalla vistosa apparenza euforica, i quali accedevano nella predetta attività, e dopo aver ordinato da mangiare, corrispondendone il dovuto, si recavano al primo piano per consumare il pasto.
Alle successive 03:20 circa, gli giungeva una telefonata al cellulare, dal quale apprendeva da un collega, che gli spogliatoi del secondo piano, sia quello femminile che quello maschile erano a soqquadro in quanto era avvenuto un furto all’interno.
Per quanto appreso dalla conversazione, si recava frettolosamente c/o gli spogliatoi, apprendendo dai dipendenti che mancavano diversi effetti personali tra cui dei telefoni.
Alla luce dei fatti, si poneva a visionare le riprese a circuito chiuso, evincendo che i responsabili del furto erano tre ragazzi appartenenti al gruppo degli otto sopra menzionati.
Nello specifico si vedeva un giovane di bassa statura, corporatura esile, carnagione scura, indossante un cappellino con il frontalino e un logo dorato, jeans e giubbino blu, il quale accedeva assieme ad un altro giovane; il terzo elemento si appostava a metà delle scale che portano al secondo piano, per controllare eventuali passanti.
Considerando che il gruppo degli otto giovani si era appena allontanato, usciva dal locale per raggiungerli, e, sempre tenendoli a vista, li raggiungeva all’altezza della stazione ferroviaria, laddove gli intimava di restituire quanto asportato presso il locale Burger King.
Poco dopo giungeva la Volante del 113 che, su sue indicazioni, controllava il gruppo trovando, tra altre cose, due cellulari.
Dalla visione degli stessi emergeva chiaramente la responsabilità per il fatto di cui in parola dei F. A., Z.O., e A. S.
Non essendovi dubbi che il gruppo di giovani fermati si fosse reso responsabile dell’ultimo episodio presso il ristorante Burger King, i predetti venivano sottoposti a perquisizione personale che ha dato esito positivo in quanto è stato possibile rinvenire e restituire anche i telefoni rapinati precedentemente.
Z.O.veniva trovato in possesso di un cellulare Asus Zenphone 5, nascosto all’interno dello zaino, che da successivi accertamenti risultava essere stato rubato nella rapina perpetrata ai danni di A.T.(quarto episodio);
Il minore A. S. veniva trovato in possesso di due telefoni cellulari rubati al Burger King, uno di marca Huawuei di colore nero ed un apple iphone5 bianco, occultati anche essi all’interno dello zaino, nonché di un cellulare Apple Iphone 4s che da successivi accertamenti risultava essere stato rubato nella rapina perpetrata ai danni di B. E. (secondo episodio);
Il signor A.T. riconosceva con certezza tutti i componenti del gruppo come autori della aggressione e rapina da lui subita;
altresì il direttore del locale Burger King nonché i dipendenti del predetto riconoscevano a loro volta l’A. S.
Per i fatti sopra indicati, in relazione alle denunce sporte dalle persone derubate ed alle testimonianze raccolte e ai riscontri ottenuti, alla luce dei precedenti specifici degli stessi, tutti i giovani venivano dichiarati in arresto per il reato di rapina aggravata e continuata in concorso, mentre per quanto riguarda i fatti avvenuti
presso il locale Burger King, venivano tratti in arresto Z. O. ed i minori A.S. e F.A. e, su disposizione dell’A.G. tradotti al carcere di Santa Maria Maggiore (i due maggiorenni) e all’istituto penale di Treviso Santa Bona (i cinque minorenni).

 

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