Rapina violenta a due anziani, 9 anni di carcere

Due romeni condannati, avevano immobilizzato le vittime colpendo la donna alla testa e chiudendo in bagno il marito

BOJON. Oltre nove anni di carcere per la violenta rapina ai danni di una coppia di anziani il 15 aprile 2017. Ieri la sentenza della giudice per l’udienza preliminare Roberta Marchiori che, con la sua decisione, è andata oltre le richieste formulate nella scorsa udienza dalla pm Federica Baccaglini.

Popa Ionut Razvan, 32enne romeno, è stato condannato a 6 anni e 10 mesi (l’accusa aveva chiesto 5 anni), mentre Luca Miazzo, 47 anni, padovano di Grantorto, a 2 anni e 10 mesi (contro la richiesta di 2 anni e 8 mesi), con il riconoscimento delle generiche e della collaborazione. Era stato lui, arrestato il 3 ottobre 2017, a fare il nome del complice, individuato due mesi dopo in Romania e successivamente estradato.

Il padovano aveva cercato di scaricare la responsabilità del colpo sul romeno, sostenendo che fosse stato lui a coinvolgerlo nell’assalto. Nel procedimento non si era costituita alcuna parte civile. Entrambi gli imputati avevano optato per il rito abbreviato, beneficiando così di una condanna con lo sconto di un terzo.

«Ho visto la morte in faccia», aveva ricordato Vittoria Zennaro, 70 anni, vittima dell’assalto assieme al marito Giancarlo Paggiarin, 73 anni. I rapinatori avevano agito a volto scoperto. «Io e mio marito eravamo al piano superiore per il riposino pomeridiano», aveva raccontato l’anziana intervistata da Rete 4, «Abbiamo sentito suonare il campanello. Mi sono alzata per andare a vedere chi c’era. Ho visto una persona sui 25 anni che mi chiedeva informazioni. Quando ho aperto la porta, il giovane è entrato di prepotenza e mi ha immobilizzata. Con lui c’era anche un altro bandito armato».

La donna era stata colpita in testa con il calcio della pistola e così era finita ko, mentre il marito era stato chiuso in bagno. In questo modo i due banditi avevano potuto liberamente girare in casa alla ricerca del denaro. I coniugi avevano nascosto i risparmi di una vita sotto al materasso e in alcuni vasetti di vetro che credevano al sicuro nel sottotetto della loro casa. Miazzo e Razvan erano riusciti ad arraffare 30mila euro prima di darsi alla fuga. All’identificazione dei due, alcuni mesi dopo il fatto, i carabinieri erano arrivati grazie a un’impronta analizzata dal Ris di Parma.

Nel corso dell’udienza preliminare, la difesa di Luca Miazzo aveva chiesto di sottoporre il padovano alla perizia psichiatrica. Questo perché l’uomo era stato giudicato semi infermo di mente in un procedimento per stalking a Padova, per il quale è già stato condannato a 1 anno e 2 mesi.

Ma la perizia per il procedimento veneziano, effettuata dallo stesso specialista che aveva periziato l’imputato a Padova, aveva confermato che sì Miazzo ha una personalità borderline, ma che ciò non ha alcuna influenza con la rapina, a differenza invece dell’episodio di stalking. E che quindi l’imputato è capace di intendere e di volere. Ieri la condanna che potrà essere impugnata davanti alla Corte d’Appello. —


 

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