Rapina, una foto per ognuno dei 4 banditi

C’è un fotogramma per ognuno dei quattro banditi: fotogrammi che - spiega un investigatore che si sta occupando delle indagini - non aiutano a ricostruire un identikit, anche perché i quattro rapinatori avevano piccoli camuffamenti (la sciarpa, la barba) ma che potrebbero risultare utili per comparazioni con eventuali persone sospette. Continuano le indagini dei carabinieri di Venezia per cercare di dare un nome e un volto ai quattro rapinatori che venerdì poco dopo le 13 hanno cercato di assaltare la gioielleria Missiaglia sotto le procuratie vecchie, dopo aver acceso un fumogeno sotto il campanile di San Marco come diversivo, così da entrare in azione.
I fotogrammi dei banditi. Tutti e quattro i banditi sono stati ripresi. I volti catturati con maggiore chiarezza sono quelli dei due finti clienti entrati nella gioielleria per tentare il colpo grosso negli stessi secondi in cui, alla base del campanile di San Marco, scoppiava il fumogeno. I due sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza della gioielleria. Così come il terzo membro della banda, colui che ha acceso il fumogeno nel retro della gioielleria (per garantire la fuga ai complici), immortalato sempre dalle telecamere del negozio, anche se in modo meno nitido rispetto ai due colleghi. Il quarto uomo, quello che ha acceso il fumogeno in Piazza, è stato invece ripreso dalle telecamere di sorveglianza del Comune, ed è quello che si vede peggio, anche se l’uomo è stato descritto da uno dei venditori ambulanti della piazza, che lo avrebbe visto allontanarsi dopo aver appoggiato ai piedi del cavalcavia il cilindro del fumogeno.
Le impronte sulla porta. Almeno uno dei banditi potrebbe aver lasciato le proprie impronte sulla porta d’ingresso della gioielleria. Uno dei due banditi entrati nella gioielleria infatti aveva i guanti, mentre il secondo se li è infilati poco dopo essere entrato. Motivo per cui ai tecnici del Ris è stato chiesto di analizzare anche le impronte sulla maniglia d’ingresso. «Anche se la maniglia è stata toccata da molte persone», spiega un investigatore, «potrebbero esserci elementi utili».
La pista dell’Est. Sicuri tanto da agire a volto scoperto, senza il timore di essere ripresi da telecamere la cui presenza non possono non avere considerato. I carabinieri sono convinti che si tratti di criminali dell’Europa dell’Est, suffragati anche dalla testimonianza delle commesse che, abituate a trattare con clienti di tutto il mondo, spesso ne riconoscono la provenienza dai lineamenti del volto. (f.fur.)
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