Rapina in tabaccheria, presi i banditi
Erano diventati il terrore dei tabaccai, che avevano scelto come vittime dei loro colpi: la Squadra Mobile di Venezia ha arrestato due dei tre rapinatori, che venerdì scorso hanno assaltato una tabaccheria di Zelarino e sono sospettati di altri colpi tra gennaio e maggio, in danno in particolar modo di negozi di tabacchi. Un tipo di attività commerciale molto vulnerabile, tanto che recentemente i rappresentanti dell’Associazione dei tabaccai aveva incontrato il capo della Squadra Mobile per far presente la situazione di disagio e preoccupazione.
Agli arresti sono finiti Giuseppe Balzano, 37 anni (napoletano, uno dei due malviventi entrati in azione, ora in carcere), e Giorgio Sommaiolo, 45 anni (residente a Zelarino, originario della Campania, operaio in una fabbrica di Marcon, ritenuto il basista della banda, agli arresti domiciliari). Un terzo complice è ricercato: è considerato il secondo rapinatore del gruppo. Gli uomini del dirigente Stefano Signoretti stanno valutando la posizione di una donna. Nel corso delle perquisizioni, gli investigatori hanno trovato anche 4 mila euro falsi: oggetto ora di una nuova indagine. E una pistola, che si è rivelata essere giocattolo, ma senza tappo rosso. Secondo i poliziotti la stessa arma usata per compiere la rapina.
L'indagine è nata dal colpo messo a segno venerdì 5 maggio in una tabaccheria di via Castellana, a Zelarino, dove due uomini con il volto coperto (in altri casi c’è il sospetto abbiano usato maschere di Carnevale) sono entrati in azione, puntato una pistola (che si è poi rivelato un giocattolo) contro il commerciante, minacciando anche la commessa presente in quel momento nel negozio. Il bandito ha chiesto i soldi dell’incasso mentre il complice saltava dall’altra parte del bancone. Oltre a chiedere il denaro i due pretendevano la chiave del bagno, con il chiaro intento di chiudervi dentro tabaccaio e commessa, ma una volta presi i soldi ci hanno ripensato e sono scappati. Qualcuno li ha visti allontanarsi prima a piedi e poi a bordo di una Suzuki di colore rosso e con la targa straniera. Auto vista dal rapinato e da un testimone. Per primi sul posto sono intervenuti gli agenti delle volanti e poi quelli della Squadra. I testimoni, oltre a descrivere i rapinatori, hanno fornito elementi precisi sull’auto. I poliziotti di una volante individua, poco dopo, in un parcheggio di via del Gazzato l’auto che ha ancora il motore caldo. Dei banditi nessuna traccia.
Gli agenti della Mobile si appostano in zona e aspettano. Alcune ore dopo arrivano sul posto due uomini e una donna. Salgono sulla Suzuki e si dirigono in autostrada verso Padova seguiti a distanza dagli agenti della Mobile. I tre si dirigono verso Bologna. I poliziotti in zona Ferrara chiedono l’intervento dei colleghi della Stradale per fermare l’auto seguita e controllarla. I tre a bordo vengono identificati, non hanno addosso nulla che possa collegarli alla rapina. L’auto però viene sequestrata perché priva di assicurazione. I tre tornano a Napoli, dove sono diretti, in treno. In questo modo gli agenti della Mobile conoscono i nomi dei rapinatori. Attraverso le telefonate fatte dai due uomini arrivano al basista. Perquisiscono la sua abitazione dove trovano la pistola scacciacani e il giubbetto che indossava uno dei due rapinatori. Inoltre sequestrano diverse banconote false. Chieste le misure cautelari e ottenute, ieri ne sono state eseguite due. Manca all’appello in terzo bandito. Tutti e tre hanno precedenti.
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