Rapina in gioielleria scarcerato Da Re
VENEZIA. Ha ammesso di aver rapinato a mano armata la gioielleria Burato di Jesolo, domenica scorsa; come pure ha ammesso lunedì il furto alla gioielleria Torresan di San Donà. Al giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori - nel corso dell’interrogatorio di garanzia in carcere - Mauro Da Re (assistito dall’avvocato Amore) ha raccontato di aver agito in preda alla disperazione, di aver perso la testa perché non mangiava da due giorni. Tant’è, il gip si è convinto che non sia pericoloso e non ci sia rischio di reiterazione del reato o di fuga e l’ha scarcerato - pur convalidandone l’arresto - disponendo per lui l’obbligo di firma.
Mauro da Re - 42 anni, originario di San Donà e senza fissa dimora, tanto da essere costretto a vivere in un’auto, un’Opel che risulta noleggiata a Tivoli - è stato arrestato mercoledì mentre stava giocando al videopoker. Nell’auto una pistola giocattolo alla quale era stato tolto il tappo rosso, per farla apparire “vera”, e qualche grammo di cocaina.
La rapina alla gioielleria Burato in piazza Venezia gli aveva procurato 5 bracciali d’oro: entrato nel negozio indossando un paio di occhiali da sole, se li era poi tolti per vedere meglio.
La svolta martedì sera - lungo la statale 14 - quando la sua auto va a sbattere contro quella di un maresciallo dei carabinieir: Da Re è sotto stupefacenti. Scatta la perquisizione, e viene fuori la pistola e due bustine di cocaina. E il cerchio si chiude: Da Re aveva venduto i braccialetti in un negozio compro-oro, in via 13 Martiri, riuscendo a incassare 270 euro, ma lasciando regolarmente i dati della carta d'identità. (r.d.r.)
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