Rapina in gioielleria, presi tre banditi

Uno è Nike Moretti di Mellaredo: in un garage di Mirano l’Audi usata per scappare dopo il colpo da 250 mila euro in Toscana
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONFERENZA ARRESTO GIOSTRAI RAPINATORI
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONFERENZA ARRESTO GIOSTRAI RAPINATORI

MIRANO. Sono sempre loro. Spregiudicati, pronti a tutto: li chiamano “giostrai” ma con le giostre non hanno più niente a che fare. Da anni ormai maneggiano pistole e passamontagna, amano le auto potenti e vogliono azione. L’altro giorno tre di questi giostrai sono partiti da Padova per andare a fare una rapina in una gioielleria in Toscana. Terrore in negozio, minacce a tutti i presenti e 250 mila euro di gioielli raggranellati in pochi minuti. Pensavano di aver fatto il “botto” di fine anno ma non sapevano che alle loro calcagna c’era la polizia. Sono scattate così le manette per tre nomi arcinoti del Nordest e non solo: Denis Moretti, 43 anni, originario di Reggio Emilia ma residente nel campo nomadi di Due Carrare (Pd); Nike Moretti, 40 anni, residente a Mellaredo di Pianiga; Tomas Innocenti, 37 anni, originario di Trieste ma domiciliato a Trevignano (Treviso).

Gli investigatori della Squadra mobile di Padova si erano messi sulle loro tracce per vari motivi. Primo perché da qualche settimana era stata segnalata un’auto sospetta in zona, una potente Audi S4 con targhe clonate. Poi perché Denis Moretti, sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali, in questi giorni stava beneficiando di una misura più permissiva in vista delle festività di fine anno. Mercoledì pomeriggio Nike Moretti si spinge fino a Mirano dove in un garage ha nascosto la potente Audi rubata in una concessionaria di Pistoia. Con lui salgono anche Denis Moretti e Tomas Innocenti. Imboccano l’autostrada sul filo dei 180 orari e iniziano a scendere in centro Italia. Dietro e con il motore al limite del collasso, gli uomini della Squadra mobile di Padova. Va detto che in quell’auto era stato piazzato anche un congegno gps per localizzare gli spostamenti sulla mappa ma questi giostrai girano con apparecchi “jammer” in grado di mandare in tilt qualsiasi strumento di intercettazione.

Moretti e compagnia arrivano in Toscana e caricano in auto altri due individui. Si spingono fino a Quarrata e verso le 17.30 parcheggiano davanti alla gioielleria OroKappa. Scendono in quattro con pistole e passamontagna: uno rimane alla guida a fare da palo. Dentro seminano il panico. Svuotano il negozio e riescono a rapinare anche un rappresentante orafo che stava mostrando il suo campionario.

Spintonano, minacciano, fanno leva sulla paura che ti invade quando davanti hai la canna di una pistola. Pochi minuti, nessun intoppo e via di nuovo in auto. Stavolta verso il Nord, sempre ai 180 orari.

Nel frattempo però c’era un apparato che si stava muovendo, coordinato dal pm Benedetto Roberti della Procura di Padova. Mentre i giostrai esultavano dentro l’abitacolo del bolide Audi per il colpo andato a segno, c’erano poliziotti che si appostavano ovunque: davanti al garage di Mirano e nei dintorni delle abitazioni di Pianiga, Trevignano e Due Carrare. Gli agenti sono usciti allo scoperto quando il conducente dell’auto, Nike Moretti, ha parcheggiato l’Audi. Contemporaneamente sono scattate le perquisizioni nelle dimore degli altri membri del commando. Nuove manette e nuovo capitolo della storia criminale dei giostrai.

Enrico Ferro

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