Rapina e sparatoria, opera di professionisti

Stesso modo d’agire di altri colpi in Veneto e Friuli. Trovata l’ogiva del proiettile, recuperata nel fiume Tergola l’auto usata

SAN DONA'. Rapina con conflitto a fuoco al Centro Piave, i banditi hanno fatto un grave errore. L’auto usata per la fuga, una Fiat 500 Abarth, è stata ritrovata nel canale Tergola a Vigonza. L’acqua è troppo bassa in questo periodo di siccità ma i banditi al buio non potevano vederlo.

Il livello del fiume ha quindi lasciato scoperto il veicolo, rubato lo scorso 3 gennaio a un 27enne di Campodarsego. Le indagini si concentrano ora su questo territorio nell’immediato confine Padovano, vicino al casello autostradale e la Noalese, pieno di vie di fuga.

SAN DONA' - DINO TOMMASELLA - SCATTOLIN - RAPINA ALLA GIOELLERIA BURATTO ALL'INTERNO DEL CENTRO PIAVE - IL FOTO DEL PROIETTILE SPARATO DAL VIGILANTE CHE HA OLTREPASSATO UN VETRO E INCRINATO QUELLO SUCCESSIVO
SAN DONA' - DINO TOMMASELLA - SCATTOLIN - RAPINA ALLA GIOELLERIA BURATTO ALL'INTERNO DEL CENTRO PIAVE - IL FOTO DEL PROIETTILE SPARATO DAL VIGILANTE CHE HA OLTREPASSATO UN VETRO E INCRINATO QUELLO SUCCESSIVO


I rapinatori, almeno tre uomini, sono arrivati di notte sugli argini del Tergola, fiume con grandi argini, ma in questo periodo povero d’acqua. Giunti alla sommità, hanno spinto l’auto dentro. Quando si sono accorti dell’acqua bassa era ormai impossibile tornare indietro.

I banditi avevano appena fatto irruzione al Centro Piave, ingresso Est, davanti alla gioielleria Burato, alle 20. 30 di lunedì. Era il bersaglio designato, dopo il furto dello scorso 12 dicembre, quando i ladri avevano sfondato la porta del centro commerciale nel cuore della notte per rubare la cassaforte con circa 100 mila euro.

SAN DONA' - DINO TOMMASELLA - SCATTOLIN - RAPINA ALLA GIOELLERIA BURATTO ALL'INTERNO DEL CENTRO PIAVE - CARABINIERI IN SOPRALLUOGO
SAN DONA' - DINO TOMMASELLA - SCATTOLIN - RAPINA ALLA GIOELLERIA BURATTO ALL'INTERNO DEL CENTRO PIAVE - CARABINIERI IN SOPRALLUOGO


Non si esclude siano gli stessi ad aver compiuto la rapina lunedì sera. Stesso modus operandi di altri colpi in Veneto e Friuli, tra Padova, Treviso, Pordenone. Prima il furto e poi la rapina.

Lunedì sera due uomini con il volto coperto da passamontagna e guanti neri hanno minacciato le commesse di Burato con la pistola facendosi consegnare incasso e gioielli. Il bottino, dopo l’inventario fatto dai titolari, è di 50 mila euro tra soldi e ori.

C’erano una decina di persone nel corridoio di ingresso al centro, più il personale. Dagli altri negozi commesse e clienti hanno iniziato a gridare: «Sono armati aiuto».

Un ex vigilantes che stava facendo la spesa ha invitato tutti a gettarsi a terra. Una guardia giurata dei “Rangers” in servizio al centro è arrivata di corsa. E a quel punto il “palo” che attendeva alla porta controllata elettronicamente, ha esploso un colpo di pistola. La guardia giurata ha risposto con un altro colpo, da una distanza di circa 20 metri, verso il basso. Ha colpito la porta a vetri che è stata forata. L’ogiva è stata trovata dalla parte opposta all’ingresso, poco lontano dal supermercato. Nessuna pistola a salve, dunque. I rapinatori sono fuggiti con il bottino.

Poco dopo sono giunti i carabinieri. Sotto choc il personale dei negozi e i clienti: «È stato terribile, chi ha visto quella scena perderà il sonno per molte notti». —


 

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