Rapina all’Admiral Cup dipendente sotto choc

Colpo di tre banditi a volto coperto sabato notte nella sala slot in Calle de l’Aseo Ancora da quantificare l’ammontare del bottino. Indagini affidate ai carabinieri
Di Carlo Mion
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 06.02.2017.- Sala giochi Admiral Club. Calle de l'aseo, Cannaregio 1858.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 06.02.2017.- Sala giochi Admiral Club. Calle de l'aseo, Cannaregio 1858.

Rapinata la sala slot “Admiral Cup” di Calle de l’Aseo a Cannaregio. Tre banditi sabato notte, forse uno armato, hanno sorpreso la dipendente che in quel momento stava chiudendo il locale. Non ancora conteggiato l’ammontare del denaro portato via. Sull’accaduto indagano i carabinieri. Si tratterebbe di persone che sanno come muoversi in centro storico.

I banditi con il volto coperto sono entrati in azione intorno a mezzanotte e mezza. Appena entrati hanno puntato direttamente verso lo stanzino dove si trova la cassaforte. Questo fa dedurre la loro conoscenza del locale.

Una volta dentro hanno costretto l’impiegata ad aprire la cassaforte che conteneva parte dell’incasso della giornata. Una volta riempito il sacchetto con il denaro sono scappati richiudendosi alle spalle la porta della stanza che ospita la cassaforte. Qui è rimasta rinchiusa l’impiegata.

Una volta che la donna è riuscita a dare l’allarme sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo Natanti. Hanno trovato la donna in stato di choc. Comunque, con non poca fatica, è riuscita a raccontare l’accaduto.

Secondo quanto raccontato i banditi sarebbero stati tre e tutti con il volto coperto. Forse, ma l’impiegata non era sicura, uno era armato di pistola. Molto probabilmente si tratta di italiani. Almeno stando alle poche parole che hanno pronunciato.

Nessuno ha visto i tre allontanarsi. Calle de l’Aseo ha due entrate: da una parte da Strada Nuova e l’altra dagli Ormesini, infatti è collegata all’omonima fondamenta da un ponte. Quindi c’è la possibilità che i tre possano aver usato anche un barchino, lasciato in rio, per allontanarsi. Comunque difficilmente una rapina in centro storico viene commessa da qualcuno completamente “foresto”. Infatti non è facile districarsi tra calli e rii.

Le indagini dei carabinieri sono iniziate dalla testimonianza della rapinata e dalla visione delle telecamere di sicurezza contenute all’interno della sala slot. Per legge le sale giochi devono avere delle telecamere poste all’entrata, nella stanza dove è ospitata la cassaforte e in ogni sala dove si trovano le slot.

Il fatto che i banditi avessero il volto coperto non aiuta. Inoltre avevano le mani con le dita coperte per non lasciare impronte.

I banditi hanno avuto vita facile anche perché la porta del locale deve rimanere sempre aperta fino alla chiusura.

L’ufficio Relazioni esterne della società che gestisce le sale slot con il brand “Admiral Cup” ha fatto sapere che l’addetta rapinata, se vorrà, potrà essere seguita da uno psicologo per riprendersi dallo choc.

(ha collaborato

Vera Mantengoli)

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