Rapina alla Civis, kalashnikov al setaccio

L’arma e le tute sequestrate porterebbero agli autori del colpo da 1,3 milioni al Tronchetto e ad altri in terraferma
Di Mitia Chiarin
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 01.07.2013.- Rapina ad un Blindato con una barca in Rio della Scomezzera, Sant'Andrea, Piazzale roma. La Barca della Civis in Questura.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 01.07.2013.- Rapina ad un Blindato con una barca in Rio della Scomezzera, Sant'Andrea, Piazzale roma. La Barca della Civis in Questura.

Un kalashnikov e pure alcuni indumenti, in particolare delle tute, potrebbero aver aperto una pista investigativa interessante per risalire agli autori del colpo del luglio 2013 a Sant’Andrea, una rapina milionaria che fruttò in pochi minuti la bellezza di un milione e 280 mila euro, destinati al pagamento di pensioni e a banche del centro storico e che erano su una barca portavalori della Civis, presa di mira dai banditi. Quell’arma automatica potrebbe condurre anche agli autori di altre rapine ai danni di personale della Civis: quella, per esempio, del febbraio 2015 ai danni di un vigilantes nella zona di Panorama, a cui venne rubata una pistola, (colpo che fruttò circa settemila euro); il colpo del 15 agosto 2014 al terminal Actv di Fusina, dove i malviventi sparirono con l’incasso in piena notte. E, si spera, anche al colpo del 2009 in viale Ancona che fruttò 800 mila euro?

La Squadra mobile di Venezia, diretta dalla dottoressa Angela Lauretta, ha aperto un nuovo filone di indagine su tutti quei colpi, per capire se il fucile kalashnikov sequestrato lo scorso settembre a Quarto d’Altino sia stato usato per qui colpi. Il kalashnikov è un’arma che storicamente rimanda alla Russia, il paese di produzione, ma anche a tantissime azioni violente. Il fucile su cui la polizia di Venezia ha deciso di svolgere accertamenti è quello trovato lo scorso settembre in un capannone di Quarto, tenuto sotto controllo dalla polizia perché sospettato di essere base di stoccaggio di droga.

Nel blitz di settembre finirono in manette Nicola Corradin, 54 anni, veneziano residenti a Chirignago (con precedenti specifici) e Stefano Letizia, 41 anni, sardo di origine, residente a Mira e domiciliato proprio a Quarto. Il primo era sospettato di aver partecipato a due rapine, quella del 17 febbraio ai danni di una guardia giurata (la pistola rubata era stata trovata nel capannone) e quella di agosto al terminal. Ma gli accertamenti avviati dalla Squadra mobile non riguardano tanto i due arrestati, al momento, quanto quell’arma che ritorna nei vari colpi.

Accertamenti anche su persone in qualche modo collegate alla Civis. La società di vigilanza, ovviamente, è vittima dei colpi, parte lesa. Va ricordato che nei mesi scorsi si era parlato anche di una “gola profonda” che potrebbe aver fornito agli investigatori, in questo caso i carabinieri, elementi utili anche per risalire al colpo del gennaio 2009 in viale Ancona, che fruttò 800 mila euro. Nel blitz di Quarto, oltre allo stupefacente e alle pistole, di cui due con matricola abrasa, e il kalashnikov su cui ora si sono concentrate le indagini, furono trovate anche maschere in neoprene e passamontagna. Materiale anch’esso al centro degli approfondimenti investigativi.

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