Rapina al portavalori, svolta nelle indagini

C’è una “gola profonda”: i banditi nel luglio 2013 agirono armati di kalashnikov, quattro anni prima colpirono a Mestre
Di Carlo Mion

Svolta nelle indagini per trovare i colpevoli delle due rapine ai portavalori, avvenute una lo scorso anno a Sant’Andrea e l’altra nel 2009, in viale Ancona a Mestre. La stessa “gola profonda” preziosa nelle indagini che hanno consentito l’arresto dei responsabili dell’assalto al blindato di Veggiano (Padova), ha parlato con i carabinieri del Nucleo Investigativo di Mestre, dei due assalti veneziani. Il fatto che si tratti della stessa persona fa supporre che i rapinatori arrestati a Padova siano gli stessi, o parte della batteria, che ha colpito in centro storico e a Mestre.

Quando oramai sembravano finire in un nulla di fatto, le indagini, sull’assalto dello scorso anno, riprendono vigore. La rapina venne commessa ai danni dei vigilantes della Civis, il 1 luglio 2013, quando tre individui armati di kalashnikov, affrontarono, con un abbordaggio, una barca adibita ai trasporti valori in laguna, impossessandosi di oltre un milione di euro.

Quella mattina, a Sant'Andrea, nel canale della Scomenzera, i banditi dimostrando una notevole capacità operativa ed una perfetta sintonia tra loro, entrarono in azione poco prima delle 7. In meno di un minuto i tre presero 1 milione e 280 mila euro, destinato al pagamento delle pensioni e alle banche del centro storico.

Nei giorni scorsi, i carabinieri del Nucleo Investigativo avrebbero raccolto, in una località fuori provincia, la testimonianza ritenuta fondamentale nell'ambito dell'inchiesta.

La "gola profonda", coinvolta marginalmente nella rapina, avrebbe iniziato a collaborare con gli inquirenti, fornendo preziosi riscontri anche rispetto ad altri due colpi: la rapina del 5 gennaio 2009 durante la quale alcuni individui armati e con il volto coperto assaltarono un furgone portavalori nell'area del Canal Salso in viale Ancona, portandosi via 800.000 euro. L’assalto avvenne mentre c’era il passaggio dei soldi dal furgone all’imbarcazione che li doveva trasportare a banche e in centro storico.

La stessa persona ha parlato dell'assalto avvenuto il 21 aprile 2012, a Veggiano, ad un furgone portavalori, per il quale a novembre, sono finiti in carcere gli autori, arrestati dai carabinieri di Padova.

Il 21 aprile di due anni fa quattro banditi armati di pistole e kalashnikov assaltarono il furgone che stava prelevando l’incasso dell’Iperlando di Veggiano. I banditi ferirono con un colpo di pistola uno dei vigilantes di scorta al furgone e spararono numerose raffiche di kalashnikov. Per quell’assalto sono stati arrestati, in un primo momento, un insospettabile e di un ex della Mala del Brenta: Cristian Baldan, 43 anni, e Massimo Nalesso, 58 anni, entrambi residenti a Fiesso d'Artico. Successivamente sono finiti in carcere per la stessa rapina Moreno Monetti, 56 anni di Dolo, e Simone Rampin, 38 anni di Fossò. La svolta è arrivata nel novembre 2013 quando i carabinieri di Vicenza in un garage di Fiesso d'Artico di proprietà di Cristian Baldan, è stato rinvenuto un arsenale di armi automatiche e semiautomatiche. A incastrare Baldan è stato il ritrovamento di una “mototroncatrice”, una sega utilizzata nel colpo per aprire il blindato; di uno degli Ak-47 che aveva esploso alcuni colpi nel corso della rapina e di una delle pistole sottratte ad una guardia giurata presa in ostaggio. Forse sono gli stessi degli assalti di Mestre e Venezia?

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