Raid notturni in due negozi di parrucchiere

Gioielli, soldi, auto? No, shampoo, phon, fiale, piastre per i capelli. Per i ladri che bazzicano a Mestre sempre più numerosi sembra che i tempi siano cambiati: fanno gola i saloni dei parrucchieri. Lo sanno bene, loro malgrado, Sonia Bovo, titolare di “Vanity” in Riviera XX Settembre, e Alberto Comini che gestisce lo storico “Non Solo Nero”, ora in via Puccini. Tutti e due un paio di mesi fa hanno ricevuto la visita dei ladri, con risultati altalenanti. La scorsa settimana, invece, il raid è riuscito in entrambi i negozi, all’interno dei quali sono stati sottratti prodotti di qualità e attrezzature molto costose del valore di migliaia di euro.
«La cosa incredibile è che mi hanno portato via solo i prodotti più cari», si stupisce Sonia Bovo. «Per esempio hanno rubato gli shampoo più costosi, lasciando perdere quelli più comuni».
Malviventi esperti del settore? Ladri su commissione? Allo stato delle cose non è dato sapere, l’unica cosa certa è che i parrucchieri sono divenuti da poco tempo prede molto ambite in città. I due furti sono avvenuti in giornate diverse. Da “Non Solo Nero” i ladri sono entrati nella notte fra martedì e mercoledì scorsi, utilizzando una finestra del retro alla quale hanno segato le sbarre. Forse sono gli stessi che avevano tentato l’effrazione poco tempo prima, dalla porta principale; in quel caso erano stati messi in fuga dall’intervento di una condomina.
Come bottino, la settimana scorsa, i ladri si sono portati via forbici e phon, piastre per i capelli e prodotti di valore, oltre a un computer e a un cordless, il tutto per un valore che si aggira sui 5-6mila euro.
Da Sonia Bovo la visita è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato attraverso la porta principale. «Prima di Pasqua erano già entrati», racconta la parrucchiera mestrina. «In quel caso presero scatole di prodotti particolari che costano 300 euro l’una. Questa volta si sono impossessati di tutto ciò che avevo: shampoo da 20 euro, fiale e creme da rivendita. E poi forbici che costano 700 euro, piastre da 100, 200 euro, phon. Non mi hanno lasciato niente, se non qualche scatolone di shampoo più commerciale e meno costoso. A me è parso un furto molto selettivo, mirato esclusivamente ai prodotti più cari. Alla resa dei conti io sabato non ho potuto neppure lavorare».
Naturalmente la peculiarità di questo furto lascia aperti molti punti interrogativi. Ciò non toglie, però, che «questa zona risulta sempre meno sicura», come sottolinea ancora la parrucchiera di Riviera XX settembre. «In generale non ci sentiamo mai tranquilli qui, soprattutto quando dobbiamo chiudere alla sera. In effetti anche il bar vicino a suo tempo ha subìto una spaccata. Sono necessari più controlli, anche di notte».
Gianluca Codognato
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