Raid di furti a Passarella mentre si parla di sicurezza
Raid dei ladri in varie zone della città. Colpita nel cuore la frazione di Passarella, con almeno quattro o cinque furti messi a segno nel territorio, tutto questo proprio mentre si svolgeva al centro culturale l’incontro con il prefetto sulla sicurezza. Ad ascoltarlo il sindaco, la giunta, i vari rappresentanti delle forze dell’ordine. Ma i ladri non se ne sono preoccupati più di tanto e hanno agito con agilità e grande professionalità. Anche nel quartiere di Borgovecchio ci sono stati altri tentativi e nella zona di San Pio X. In pochi giorni è tornato l’allarme a San Donà. Anche se i dati forniti dalla prefettura su furti e reati sono in calo, queste bande di ladri tornano periodicamente. A Passarella sono entrati in azione nel pomeriggio, tra le 15 e le 18 circa, approfittando dell’assenza dei residenti quasi tutti al lavoro o a fare spese. Nessuno dei vicini si è accorto di nulla. I ladri hanno praticato dei fori con il trapano alle finestre e agli infissi e sono entrati alla ricerca di gioielli, preziosi e orologi, lasciando le case in soqquadro. Il bottino è stato abbastanza esiguo e in molti casi hanno causato solo dei danni e tanta rabbia.
I carabinieri sono subito giunti sul posto a raccogliere dati e testimonianze per le indagini. Il rischio che corrono queste bande di ladri senza scrupoli è molto basso e, se sono incensurati, nemmeno il carcere. L’incontro con il prefetto e il gruppo di controllo del vicinato, promosso con l’amministrazione comunale, ha stilato un bilancio positivo sui reati, ma la percezione è ben diversa e molti non vanno neppure a denunciare. Eppure la soluzione non sono le ronde o i gruppi di fanatici, come ha ribadito il prefetto Domenico Cuttaia, quanto la collaborazione tra cittadini e forze di polizia. Da segretario della Lega, Alberto Schibuola si è sentito chiamato in causa. «Come fondatore delle ronde a San Donà, ormai 16 anni fa», ricorda, «mi dispiace che si continui a farne riferimento come a gruppi di fanatici. Negli anni in cui siamo stati attivi, abbiamo sempre raccolto informazioni, girate subito alle forze dell’ordine. Come si diceva allora, eravamo armati solo di telefonini».
Schibuola ha ricordato che all’origine delle ronde c’è il modello dei gruppi di vigilanza di quartiere, nati negli anni Sessanta a New York e diffusisi in tutto il mondo anglosassone. «In particolare», ha aggiunto il segretario della Lega, «il riferimento era ai gruppi inglesi. Si seguiva infatti il proverbio giapponese che afferma che non puoi pensare che la tua casa sia sicura se non lo sono anche le strade del tuo villaggio. Il problema del controllo del vicinato è questo, manca un controllo per le strade e non è sufficiente farlo da casa».
Giovanni Cagnassi
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