Raggiunto un accordo a Corradini 700 mila euro

VENEZIA. L’accordo avrebbe dovuto rimanere segreto, ma i legali delle due parti, gli avvocati Alessio Vianello e Marcello Maggiolo, hanno dovuto spiegare ai giudici della Corte d’appello, davanti ai...

VENEZIA. L’accordo avrebbe dovuto rimanere segreto, ma i legali delle due parti, gli avvocati Alessio Vianello e Marcello Maggiolo, hanno dovuto spiegare ai giudici della Corte d’appello, davanti ai quali pendeva la causa, che non c’era motivo di andare avanti perché era stato raggiunto un accordo stragiudiziale: l’ex amministratore delegato e direttore del Casinò di Venezia Gianni Corradini ha estinto le cause contro l’ex datore di lavoro e la casa da gioco lagunare ha versato nelle sue tasche 700 mila euro. Così la notizia, nonostante la clausola di segretezza firmata da tutti, è venuta alla luce.

La causa va avanti dal lontano 2002 e in primo grado Corradini aveva vinto, sentenza contro la quale aveva ricorso il Casinò. L’ex amministratore delegato era stato accusato di aver provocato gravi perdite alla casa da gioco con le sue scelte, buco provocato soprattutto dall’apertura del Casinò di Malta. Per questo erano stati chiesti ben 12 milioni a Corradini, che aveva respinto ogni addebito, in particolare spiegando di non aver avuto cvalcun ruolo nella scelta di aprire la casa da gioco nell’isola mediterranea. Aveva anche spiegato che, a Venezia, durante la sua gestione gli incassi provenienti dai giochi erano triplicati rispetto alla precedente gestione.

Il Tribunale civile, accogliendo nella sostanza le tesi dell’avvocato dell’ex amministratore, sottolineando l’infondatezza della gran parte delle accuse mosse contro di lui. «E' convinzione del collegio che le risultanze istruttorie abbiano smentito la tesi della società Casinò in ordine ai gravi inadempimenti dell'ex amministratore» scrivevano i magistrati. E ancora: «Le censure del Casinò sono rimaste sfornite di supporto probatorio». Complessivamente, la casa da gioco era stata condannata a pagare poco più di un milione, metà dal giudice del lavoro, visto che Corradini pretendeva anche gli stipendi non incassati a causa dell’ingiusto licenziamento, e il resto per il danno alla sua immagine di manager (Corradini a San Donà di pIave è titolare di uno studio di commercialista).

Quella condanna aveva messo in moto da un lato un’inchiesta della Procura della Corte dei Conti nei confron ti degli amministratori comunali di allora e anche una polemica politica. Il sindaco del 2008, Massimo Cacciari, aveva duramente criticato il primo cittadino che sei anni prima aveva cacciato Corradini, Paolo Costa, affermando che per l’ex amministratore del Casinò lui avrebbe messo la mano sul fuoco, ritenendolo persona integra e corretta. E aggiunse che i responsabili di allora avrebbero dovuto pagare.

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