Ragazza di Mirano nel team russo che salverà Palmira

Ottavia Berati, 26 anni, laureata all’Egart di Ca’ Foscari lavora con il fidanzato all’Hermitage di San Pietroburgo

MIRANO. Una giovane miranese nel team russo che vuole ricostruire Palmira, la città storica della Siria saccheggiata dall’Isis. C’è molto d’Italia e un po’ di Mirano in questo ambizioso progetto di ricostruzione, per ora solo in 3D, dello splendido sito archeologico in Medio Oriente, negli ultimi mesi inghiottito dalla guerra civile e dalla devastazione dei jihadisti dello Stato islamico. Ottavia Berati, miranese di 26 anni, lavora al museo dell’Hermitage a San Pietroburgo, in Russia, dopo aver conseguito la laurea magistrale in Economia e gestione delle arti (Egart) a Ca’ Foscari.

In uno dei suoi viaggi in Russia, al seguito del fidanzato Massimiliano che ci lavora, ha lasciato quasi per sfida un curriculum all’Hermitage, uno dei musei più importanti del mondo. «Era da sempre un mio sogno», racconta Ottavia, «sono sempre stata appassionata della famiglia reale russa. Quanto poi mi hanno chiamato non ci credevo, soprattutto non credevo che fossero così entusiasti di avermi con loro. Avrei fatto anche solo fotocopie per lavorare all’Hermitage, invece mi hanno inserito in un gruppo coordinato da un altro italiano, Luca Ottonello, che è archeologo digitale e che aveva lanciato da poco l’idea di creare una ricostruzione digitale di Palmira».

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Ottavia si è occupata in particolare di fare ricerca nell’ambito della cultura e delle tradizioni culinarie dell’antica città siriana e della Persia, mentre Luca ha ideato la ricostruzione della città con ologrammi di alcuni edifici in rovina o del tutto scomparsi. Il prodotto è turistico ma non solo. Così, mentre il mondo assisteva impotente alle devastazioni della città da parte dell’Isis, che ha fatto saltare in aria il tempio di Baalshamin (II secolo d.C.), quello di Bel (I secolo d.C.), le torri funerarie romane e l’arco di Trionfo, Ottavia con il suo team guardavano già oltre e pensavano a come ricostruirla, per restituire al mondo uno dei suoi tesori. Il progetto ha anche un aspetto politico non secondario: la battaglia dell’esercito siriano per la riconquista di Palmira è infatti stata possibile grazie all’appoggio aereo di Putin. «Per i russi è dunque importante essere tra i primi a cercare di restaurarla».

Il progetto di recupero, unico nel suo genere, verrà esposto il 21 maggio, quando in tutta la Russia è in programma “La notte dei musei”. «Penso che l’arte sia per tutti ed è bello avere cura di un patrimonio comune», dice Ottavia, «mi viene da dire, come altri miei coetanei, che forse in Italia noi giovani siamo troppo poco valorizzati e lo dico vedendo come all’estero, invece, siamo così stimati e ricercati».

 

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