Ragazza autistica regala il sorriso come “dottor clown”
DOLO. Il sogno di Clelia. Può partire da qui il racconto di Clelia Fuga, una ragazza ventenne di Mestre che si presenta così: «Salve sono Clelia e sono autistica». Un sogno diventato realtà lo scorso venerdì nel reparto di Pediatria di Dolo e che oggi verrà raccontato nella registrazione del programma della Rai Fatti vostri, alle 11. Racconta di questo sogno la madre di Clelia, Caterina Fiorenzato, che parla di sua figlia e della sua forte volontà di voler diventare un Dottor Sorriso, un clown di corsia per il suo desiderio di regalare felicità, di portare la gioia nei luoghi dove prevale il dolore. Desiderio che Clelia comincia a realizzare partecipando ai corsi organizzati dall’associazione mestrina “Il Piccolo Principe” che da anni forma operatori che portano il sorriso nei vari reparti ospedalieri. Un sogno che travalica e supera le difficoltà che Clelia e la famiglia hanno saputo affrontare in questi anni.
«Abbiamo avuto la diagnosi di autismo quando Clelia aveva due anni. Uno choc, ma poi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo affrontato la cosa per il bene di nostra figlia». Non si arrende di fronte alla sorte Caterina, che dedica anche parte del suo tempo alla Croce Verde, e in un lungo e duro percorso conduce la figlia, sorretta dall’amore e dalla costanza materni, a raggiungere una certa autonomia, sempre sotto la sua vigilanza. Autonomia e coscienza di sé che convincono Clelia a partecipare al corso de “Il Piccolo Principe”. La notizia vola veloce tra gli amici e soprattutto nel gruppo di mutuo aiuto su Facebook “Io ho una persona con Autismo in famiglia”, creato da Enrico Maria Fantaguzzi e da lì nella redazione dei Fatti vostri, la trasmissione antimeridiana della Rai condotta da Giancarlo Magalli. Il 14 aprile la registrazione dell’intervista che oggi andrà in onda. «Un emozione indescrivibile», ricorda Clelia, «un’accoglienza incredibile con il personale Rai che è stato meraviglioso», rincara Caterina.
Nel frattempo però non si ferma la volontà di aiutare gli altri in ogni circostanza. Così mamma e figlia si ritrovano circa un mese fa in un centro commerciale a sostenere con un banchetto l’attività di Telefono Azzurro. «Perché noi siamo sempre attive ad aiutare», ricorda la signora Fiorenzato. Che conclude: «Ci tengo a precisare una cosa. L’autismo non è una malattia neurologica, ma sensoriale. Non perdetevi d’animo, non smettete di lottare e sappiate che potete rivolgervi ai gruppi di chi ha già vissuto la vostra esperienza».
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