VENEZIA. Sospiro di sollievo (magari accompagnato da un brindisi) tra gli alpini: non saranno più costretti a scegliere tra il diritto di recarsi alle urne e la partecipazione all’adunata annuale all’Aquila in programma il 17 maggio. La temuta concidenza tra le elezioni regionali e la grande giornata delle penne nere si è dissolta nel pomeriggio, quando le agenzie hanno battuto una dichiarazione attribuita a Matteo Renzi: «Si voterà probabilmente domenica 10 maggio», ha rivelato il premier nel corso di una riunione dei parlamentari del Pd. «Per fortuna alla fine è prevalso il buon senso, una qualità molto apprezzata da noi alpini», commenta Sebastiano Favero, ingegnere di Possagno e presidente nazionale dell’Associazione «i nostri sono persone dotate di senso civico, non avebbero voluto rinunciare al voto ma neppure astenersi da un raduno al quale teniamo molto»; nel Veneto, il dilemma era particolarmente avvertito: «Beh, parliamo di oltre centmila persone coinvolte direttamente e poi ci sono i familiari e gli amici, quasi altrettanti. Ma anche altre regioni avevano lo stesso problema; la data dell’Aquila era stata fissata un anno e mezzo fa, impensabile arrestare la macchina organizzativa avviata. Che posso dire? L’anticipo della giornata elettorale è un bel segnale, voglio interpretarlo come un riconoscimento all’impegno sociale e civile degli alpini e fa piacere che in questa occasione ci abbiano sostenuto tutte le forze politiche». Soddisfatto Luca Zaia che, per primo, aveva sollevato formalmente la questione in una lettera alla Presidenza del Consiglio: «Tutto è bene quel che finisce bene, per una volta Renzi mi ga ascoltato», dichiara il governatore leghista «sarebbe stato scandaloso escludere gli alpini dal diritto di voto. Aggiungo che anticipare le elezioni al 10 anziché posticiparle al 24, è una scelta che condivido: più breve sarà la campagna elettorale meno sarà dispendiosa». A caldeggiare la causa di “veci” e “bocia” è stato in effetti un coro trasversale, cui non è mancata l’adesione di Alessandra Moretti, la candidata del Pd alla presidenza del Veneto: «Sì, ci siamo spesi con il Governo per spostare la domenica del voto, così da evitare la concomitanza con il raduno degli alpini. Abbiamo fatto nostre le loro ragioni e siamo contenti che il premier Renzi abbia accolto questo appello». Felice il consigliere regionale Sergio Reolon, veterano della Brigata «Cadore» e così l’assessore “tricolore” Elena Donazzan (che per l’occasione ha sfoggiato il copricapo con le penne di corvo), soddisfatto il presidente dell’assemblea del Veneto, Clodovaldo Ruffato: «Ottima notizia, un segno di rispetto per i nostri alpini che tanto hanno dato e danno tuttora alla comunità veneta». Tant’è. Se martedì il Consiglio dei ministri darà il via libera, nel Veneto si profilerà un vero proprio election-day: tutti i cittadini saranno chiamati a scegliere il governatore ed il Consiglio regionale, ma nei capoluoghi di Venezia e Rovigo e nella cittadina di Castelfranco si voterà anche per scegliere il nuovo sindaco.