Radio private: «Così si resiste vicino alla gente»

MESTRE. Il mondo delle radio locali dagli inizi entusiasmanti e avventurosi degli anni Settanta ai giorni nostri ha conosciuto cambiamenti e trasformazioni ma non ha mai finito di essere vitale. Nonostante l’invasività crescente della televisione nella nostra vita quotidiana, la radio continua ad essere amata perché dà libertà. La si può ascoltare al lavoro o alla guida dell’auto, ma anche camminando per strada con le cuffiette collegate all’iPhone. Il rapporto degli ascoltatori con il mondo radiofonico ha conosciuto un grande cambiamento quando 40 anni fa nacquero le emittenti locali. La rivoluzione delle radio libere portò tante e variegate emittenti a trasmettere sulle modulazioni di frequenza, costruendo un legame con il pubblico cittadino. Il grande momento della creatività e della spontaneità, poi finì. A quel punto fu necessario passare alla professionalità e all’organizzazione di realtà più strutturate. Ma oggi cosa resta?
Le emittenti locali, che ancora oggi possiamo ascoltare in città, principalmente rappresentano l’eredità della gloriosa rivoluzione delle radio libere. Oggi ogni veneziano può ascoltare la musica e l’informazione di emittenti locali come Radio Venezia, Radio Base Popolare Network, Blu Radio Veneto, Radio Vanessa e Radio Ca’ Foscari.
Radio Venezia quando è stata fondata nel ’74 era una delle prime emittenti private italiane. Alla sua guida c’è sempre Giovanni Vindigni, storico direttore della radio ma anche di Tele Venezia. L’emittente ha due canali (Un amore di radio e Una nuova emozione) che trasmettono musica, intrattenimento e informazione, grazie anche a conduttori come la Principessa Rita e Don Camillo. Il suo storico logo: il leone con le cuffie è ormai un classico. Radio Venezia, inoltre, dal 2007 fa parte del progetto Rialto che su ordine del prefetto informa la popolazione in tempo reale in caso di emergenze. «È un servizio importante», commenta Vindigni, «ma che ha i suoi costi. Non abbiamo mai avuto un contributo pubblico per le manutenzioni degli impianti di trasmissione, tranne una volta dall’allora sindaco Cacciari. In mancanza di un riconoscimento delle spese sostenute, temo che in futuro saremo costretti a rinunciare al progetto».
Radio Base Popolare, invece, nasce negli anni ’90 dalla fusione di Radio Città Aperta e un’emittente di Conegliano. E’ stata diretta dalla fondazione sino a qualche anno fa da Liliana Boranga. Grande importanza è stata sempre data all’informazione (sette ore al giorno) locale e nazionale attraverso il network della milanese Radio Popolare a cui aderiscono emittenti in tutta Italia. La musica è comunque sempre stata curata con grande attenzione grazie a storici dj come Steve Giant, Reggae Ambassador italiano ma anche il Principe XXIII e Gigi Dj. «La nostra idea di informazione», spiegano i responsabili di Radio Base, «è quella di stare vicino al cittadino, organizzando anche dirette speciali per eventi di grande interesse. Qualche anno fa, ad esempio, abbiamo trasmesso il consiglio comunale che si tenne al palasport Taliercio con i comitati degli allagati che contestarono l’allora sindaco Cacciari».
BluRadioVeneto, invece, è nata recentemente dalla fusione dell’emittente della Diocesi di Venezia GV Radio con le analoghe esperienze di Padova e Treviso. La sede centrale è nel capoluogo patavino ma il direttore rimane il veneziano don Sandro Vigani che dirige anche il giornale Gente Veneta. «La nostra emittente», spiega il direttore, «punta molto sull’informazione locale ma anche nazionale, grazie al circuito di Blu Radio. Ci piace una radio che parli di tutto, ma senza mai indulgere nell’esagerata rappresentazione dei fatti di cronaca nera».
Un’altra emittente con un passato importante è Radio Vanessa, nata nel ’78 dalle ceneri di Radio Diffusione Veneta e che ancor oggi intrattiene il pubblico con la musica degli anni Sessanta e le dediche degli ascoltatori.
Radio Ca’ Foscari, invece, è l’emittente dell’università che nasce dal progetto Unyonair, del Sole 24 Ore e prosegue fino ad oggi grazie alla simbiosi tra un gruppo di studenti e il Servizio Comunicazione dell’Università Ca’ Foscari.
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