Radicchio, raccolto in calo allarme della Coldiretti
CHIOGGIA. Pioggia e grandine, in questi giorni, sono stati abbastanza intensi da compromettere il raccolto di radicchio, nella zona di Chioggia, ma non sufficienti a dissetare i terreni provati da una lunga siccità.
È l’amaro bilancio, tracciato da Coldiretti, della Pasqua di quest’anno, e dei suoi rovesci climatici. Le piantine di radicchio precoce erano state liberate dalla protezione di tessuto-non tessuto, necessaria nella fase iniziale di crescita, proprio sabato e hanno patito, quindi, tutta la violenza della grandinata di domenica.
Il radicchio maturo, invece, ha resistito meglio, ma l’eliminazione dello strato esterno danneggiato, prima della vendita, causerà una perdita nella quantità commercializzata. I conferimenti, effettuati ieri dopo la grandinata di domenica, al mercato ortofrutticolo di Brondolo, hanno confermato il calo di produzione: «rispetto ai 1700 quintali attesi in media, ne sono arrivati 1200, cioè circa il 30% in meno», dice Giuseppe Boscolo Palo, presidente del consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia Igp e presidente del mercato orticolo, «e le previsioni per i prossimi giorni, sono analoghe».
Difficile capire se le piantine appena nate avranno un buono sviluppo. «Nel 2000, dopo una grandinata simile a metà aprile», continua Boscolo Palo, «le piantine si ripresero bene, grazie ad un periodo di bel tempo. Oggi, però, di giungono notizie di nuove grandinate sparse, anche nel ferrarese, e piove e fa freddo: è preoccupante». Unica nota positiva viene dai prezzi. «Sono risaliti, da 0.80 a 0.95, anche 1.10 al chilo», spiega Boscolo Palo, «ma non possiamo permetterci prezzi troppo alti, perché i consumatori non li gradirebbero. Il limite potrebbe essere sull’1.50. A meno che la produzione non venga quasi tutta incamerata dalla grande industria per le confezioni di “quarta gamma”, ovvero i pretagliati e prelavati che hanno un margine più ampio. E’ già accaduto nel 2010 e 2013».
In attesa che il mercato dica la sua sul radicchio, resta il pericolo siccità per tutte le coltivazioni. «L’acqua caduta non è stata sufficiente a bagnare la terra ancora arida», sottolinea una nota di Coldiretti, «Resta alto l’allarme per il cuneo salino e il repentino calo delle temperature potrebbe causare uno choc termico alle gemme nei frutteti. Il deficit di precipitazioni da novembre a marzo è di 170 mm (dati Arpav) e per compensarlo servirebbe una buona piovosità nei mesi di aprile e maggio». Ieri Patrizia Trapella, assessore all’agricoltura di Chioggia, ha incontrato il presidente e il direttore di Ortomercato per fare il punto della situazione. «Non possiamo più permetterci di subire gli eventi climatici», ha detto l’assessore, «servono interventi strutturali per il migliore sviluppo e la tutela dei nostri prodotti».
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