«Radicchio, imprese unite per sfidare il mercato europeo»

L’azienda di Andrea Favaro è stata in parte distrutta da un incendio nel 2018 È rinata in un anno e la produzione è in continua crescita: +60% il rosso di Treviso 



Il 24 agosto 2018 si era visto crollare il mondo sotto i piedi. O quasi. Un brutto incendio aveva mandato a fuoco due dei sei capannoni, provocando almeno 250 mila euro di danni. Ci è voluto quasi un anno per rimettersi in piedi ma può dire di averlo fatto alla grande. La storia arriva da Andrea Favaro, titolare dell’omonima azienda agricola di via Contea a Scorzè, che conta sette dipendenti. Qui si coltivano tabacco e radicchio ed è un’eccellenza nel territorio ma da qui parte l’invito di Confagricoltura a fare squadra tra imprenditori, per portare questo prodotto in tutto il mondo.

La ripartizione tra le colture della ditta Andrea Favaro è stata la seguente: 12 ettari coltivati a mais, altri 5,40 ettari dedicati alla soia e 6,40 a erba medica. Sono 6,6, invece, quelli dedicati alla coltivazione del radicchio tardivo Igp di Treviso.

«In quasi dodici mesi», spiega Favaro, «siamo riusciti in metterci in piedi, un po’ con qualche aiuto ma tanta buona volontà. Dopo il rogo di un anno e mezzo fa, per fortuna siamo riusciti ad andare avanti con la produzione del tabacco e riprendere quella di radicchio». La zona di quest’ultimo del tipo tardivo comprende le province di Treviso, Padova e Venezia, con Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Scorzè, ossia ben oltre mezzo Miranese. In totale, il Consorzio per la tutela del radicchio Igp di Treviso comprende oltre 550 ettari di superficie coltivata a precoce e tardivo di Treviso Igp e variegato di Castelfranco Igp. Dal 2013, la produzione mostra una continua crescita; lo scorso anno, ad esempio, è aumentata del 60 per cento per il radicchio rosso di Treviso tardivo ed è quintuplicata (più 550 per cento) sia per la varietà precoce che per il radicchio variegato di Castelfranco Igp. I soci produttori sono in totale 130.

L’anno scorso si è registrata una crescita delle superfici coltivate pari a più 10 per cento per una produzione di radicchio di Treviso pari a circa 20 mila quintali. Ogni ettaro di terreno può dare fino a 50 quintali di precoce e 100 quintali del tardivo. Ma l’invito del presidente di Confagricoltura Venezia Giulio Rocca è fare squadra: «Il radicchio è un prodotto straordinario, si produce solo in questa zona e fa bene. Ma solo facendo gruppo si riuscirà a essere competitivi nel mercato». Tra gli obiettivi del Consorzio, infatti, c’è la volontà di promuovere e valorizzazione il radicchio in alcuni mercati europei di particolare interesse, come Francia, Regno Unito, Svizzera e Germania. Inoltre si vuole costituire un catasto interno per il monitoraggio delle superfici e delle singole varietà, avere un diverso rapporto con gli istituti alberghieri e per il turismo ma che anche con le Università per quanto riguarda l’aspetto agronomico e di mercato. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia