Racket dei caparozzoli A fuoco sei barche a Valli

Chioggia. Allarme per i natanti distrutti in pochi mesi sull’argine della bonifica Un proprietario denuncia: «Atti dolosi legati ai grandi allevamenti in laguna»

CHIOGGIA. E se ci fosse una sorta di “guerriglia” per i caparozzoli dietro agli incendi appiccati alle barche ormeggiate sull'argine della bonifica, vicino alla Strada della Larga, a Valli? L'ipotesi è tutta da dimostrare, ma sembra adattarsi bene al contesto socio economico in cui si svolgono gli episodi incendiari. Quello accaduto nella notte tra martedì e mercoledì è, infatti, solo l'ultimo di una serie di tre episodi iniziata l'anno scorso, in ottobre, e che ha visto coinvolte sei barche distrutte totalmente o parzialmente da incendi spiegabili solo con l'origine dolosa.

Ma chi potrebbe avere motivo di fare gesti del genere? «Non la gente del posto», spiega il proprietario di una delle due barche incendiate (l'altra è di suo nipote), che ha già sporto denuncia ai carabinieri contro ignoti, «Il fuoco potrebbe estendersi facilmente alla riva, coperta d'erba secca e rifiuti in plastica buttati dal maltempo. Se l'argine si incendiasse sarebbero a rischio anche alcune case e costruzioni».

E c'è anche la tradizione a contraddire l'ipotesi di una “lite” di vicinato. «Questo», spiega il nostro interlocutore «è un ormeggio “fai da te”. Non c'è una darsena e non c'è alcun servizio. Semplicemente chi abita qui, ormeggia la barca in questa zona. Non c'è mai stato alcun contrasto per i posti barca e nessuno paga nulla a nessuno per l'ormeggio. Con le barche si fanno gite e si va pesca per diletto. Ma anni fa erano anche un mezzo di sostentamento: qui non hanno mai abitato famiglie benestanti e molti sbarcavano il lunario attingendo ai prodotti della laguna, liberamente accessibili a tutti». Gli ignoti incendiari, quindi, potrebbero venire da fuori. Ma chi conosce la zona capisce che difficilmente qualcuno raggiungerebbe questi luoghi impervi e nascosti per commettere un gesto vandalico che, molto più comodamente, e con altrettanta sicurezza di non essere visto, potrebbe compiere in altri posti. Ma, non lontano da qui ci sono degli allevamenti di caparozzoli che, inutile dirlo, rappresentano sempre una tentazione. Ecco allora che qualche allevatore che sia stato derubato, o qualche predone di laguna che non voglia troppa gente intorno, potrebbe pensare di “punire” presunti responsabili o “intimorire” chi si può aggirare nella zona, ovvero i residenti, scomodi potenziali testimoni di qualche razzia. E così va a finire che le barche bruciano e l'omertà prende il posto della solidarietà.

Diego Degan

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