Raccolte oltre 500 firme contro l’arrivo dei profughi

San Stino. Un gruppo di residenti ha deciso anche di adire alle vie legali Il sindaco Cappelletto: «Sono appena 11, dobbiamo fare la nostra parte»
CARRAI - DINO TOMMASELLA - S. STINO DI LIVENZA -Inaugurazione centro culturale islamico - il taglio del nastro
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SAN STINO. Richiedenti asilo a San Stino, il comitato raccoglie oltre 500 firme in pochi giorni in segno di protesta. La petizione, iniziata la scorsa settimana subito dopo l’annuncio da parte del Comune dell’arrivo di 11 migranti, sta proseguendo attraverso gazebo e appuntamenti sul territorio. I profughi, che giungeranno direttamente da Cona nei prossimi giorni, saranno sistemati in due strutture private: una a La Salute e l’altra a San Stino, nel residence Sara di via Gramsci, un palazzo che ospita 24 famiglie. Verranno gestiti dalla cooperativa Gea.


«Siamo vicini ai residenti», spiega il presidente del Comitato, Sandro Migotto, «che hanno cercato la nostra associazione una volta venuti a conoscenza del fatto. Ci siamo subito attivati con una petizione che proseguirà anche dopo l’arrivo dei profughi». I condomini, in una recente riunione, all’unanimità hanno deciso di adire le vie legali al fine di bloccare l’arrivo del gruppo. Sul fatto è intervenuto da Roma anche il deputato di Fare! Emanuele Prataviera, che ha annunciato un’interrogazione al ministro degli Interni.


Il sindaco di San Stino, Matteo Cappelletto, ha incontrato la scorsa settimana il prefetto, manifestando l’opportunità di individuare gruppi omogenei, con persone legate tra loro o famiglie, per facilitare la gestione e la convivenza, sia tra i gruppi che nel contesto nel quale vengono inseriti.


Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi i temi relativi all’impiego dei richiedenti in attività socialmente utili. «Per quanto questo sia un tema delicato da affrontare con tutta l’attenzione necessaria», ha dichiarato il sindaco, «ritengo che, visti i numeri, anche la nostra comunità possa fare la propria parte. L’integrazione di queste persone passa anche attraverso attività di volontariato, di utilità sociale da sviluppare nel territorio attraverso progetti specifici in accordo tra Prefettura, Comuni ed organizzazioni di volontariato. Questo aspetto è fondamentale al fine di rendere reale il percorso di integrazione e dare la possibilità ai rifugiati di “restituire” l’ospitalità che ricevono».


«Tutto questo», dice ancora Cappelletto, «avviene già in diversi comuni a noi vicini (Annone, Concordia Sagittaria, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Jesolo, Portogruaro, San Donà e San Michele al Tagliamento, Meduna, Motta di Livenza per citarne alcuni) che, al di là del colore politico dell’amministrazione comunale, stanno convivendo con queste realtà cercando di farle funzionare al meglio».


Alessio Conforti


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