Raccolta differenziata, San Donà da record

Superata quota 80 per cento, ridotti i costi. Il sindaco Cereser: «È il risultato del nuovo sistema» 

SAN DONÀ. Raccolta differenziata, San Donà supera l’80 per cento, tra i primi Comuni nella Città metropolitana. Per l’esattezza il secondo, dopo Fossalta di Piave che però è molto più piccola. Nel 2016 la percentuale di differenziata era al 78,15. Il 2017 si è chiuso con un ulteriore balzo in avanti di oltre due punti percentuali: ora siamo all’80,46. Siamo passati dunque dal 74,67 del 2012 al dato di oggi, grazie anche all'impegno dell'assessore all'ambiente Luca Marusso. Un incremento, fino a oggi, di quasi sei punti percentuali, con una riduzione dei costi, nello stesso periodo, del 7,3 per cento.

Tradotto in cifre, un risparmio di mezzo milione su un conto complessivo sceso da quasi 5 milioni a 4,5 milioni di euro. «Questo dato segna in positivo la conclusione di un lavoro ciclopico, con il cambiamento del servizio a 19 mila utenze, la distribuzione di 25 mila bidoni, decine di incontri con i cittadini, per giungere alla gestione puntuale dei rifiuti», spiega il sindaco Andrea Cereser, «lo stesso incremento della differenziata nell’ultimo anno si può leggere come un effetto dell’introduzione del nuovo sistema. Questo vuol dire ambiente più pulito e costi controllati, con una tariffa messa nelle condizioni di non aumentare. Anzi, l’auspicio è ridurla di qualche punto».

San Donà in questa speciale classifica è superata solo da Fossalta di Piave. Precede Santa Maria di Sala, Mira e, al quinto posto, Meolo. «Fa piacere che tra i primi cinque comuni ricicloni ce ne siano ben tre del Veneto Orientale», aggiunge il sindaco di San Donà, «complimenti al Comune di Fossalta di Piave le cui dimensioni, però, non sono comparabili a quelle di San Donà».

Presto l’introduzione della tariffa puntuale con l’obiettivo di un ulteriore aumento della percentuale di differenziata. Ipotesi considerata realistica da Veritas è una percentuale di differenziata superiore all’89 per cento, con la riduzione dei costi di trattamento di circa 330 mila euro e un vantaggio che ricadrebbe innanzitutto sui cittadini. Per arrivare a questo basta intervenire sugli errori nei conferimenti.

L’anno scorso, il 64 per cento del secco è risultato costituito da rifiuti che dovevano essere in realtà conferiti nelle frazioni differenziate. Semplicemente conferendo correttamente la raccolta differenziata le percentuali aumenterebbero. La Tarip, da intendere come un premio a un comportamento virtuoso, si inserisce in questo contesto. (g.ca.)

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