Quote rosa non rispettate scatta il ricorso al Tar

Caorle. La nuova giunta di Striuli ha in squadra una solo assessore donna L’accusa: «Devono essere almeno due». Il sindaco: «Ci sono motivazioni valide»
DE POLO - DINO TOMMASELLA -CAORLE - PRIMA SEDURTA CONSIGLIO COMUNALE - PUBBLICO , SINDACO STRIULI E CONSIGLIERI
DE POLO - DINO TOMMASELLA -CAORLE - PRIMA SEDURTA CONSIGLIO COMUNALE - PUBBLICO , SINDACO STRIULI E CONSIGLIERI

CAORLE. I numeri della giunta Comunale non rispettano la percentuale di quote rosa previste dalla legge Delrio: dopo le minacce da parte della minoranza di ricorrere al Tar, ora le parole sono divenatate fatti. L’iniziativa è nata da Roberta Gasparinetti, già in lista con la squadra di Miollo durante l’ultima tornata elettorale nonchè militante del carroccio, e Sara Tuis, operatrice della Cooperativa Ape che già in passato contro la prima amministrazione guidata da Luciano Striuli aveva mosso delle segnalazioni di irregolarità che ledevano all’interesse di chi, come lei svolgeva un ruolo all’interno della stessa.

Le motivazioni che hanno spinto le due donne a procedere con il ricorso al Tar seguito dall’avvocato Francesco Mazzoleni e sostenuto dalla Lista Miollo, sono legate alla presenza all’interno della giunta Striuli di una sola donna con incarico di assessore, quando la legge ne prevede almeno due. Anche le spiegazioni date sin dagli inizi dal sindaco hanno aiutato a sostenere l’accusa e infatti, la giustificazione secondo cui non c’erano in effetti altre disponibilità da parte delle quote rosa presenti in maggioranza di ricoprire l’incarico di assessore e la non volontà del sindaco di assegnare incarichi esterni, sono servite per rincarare la dose. «Tale impossibilità andava dimostrata con una rigorosa indagine», spiegano Gasparinetti e Tuis tramite una nota inoltrata dal gruppo capeggiato da Carlo Miollo, «in presenza di una norma dello statuto comunale la quale consentiva al sindaco di individuare gli assessori anche tra i cittadini, il rifiuto di applicare lo statuto, e quindi la omessa indagine sulla disponibilità dei cittadini fuori liste, finisce per eludere la portata obbligatoria della legge Delrio».

Rincara il capogruppo Miollo: «Non corrisponde al vero che non ci fossero donne da poter inserire all’interno della giunta, tenuto conto che attualmente presidente del consiglio comunale è la consigliera Arianna Buoso alla quale il sindaco ha pure attribuito una delega per cui è da ritenere che essa avrebbe potuto tranquillamente far parte della giunta».

E poi lancia l’accusa: «Non vorremmo», aggiunge Miollo, «che il sindaco si sia dovuto attenere a equilibri d’altra natura». Telegrafica la risposta di Luciano Striuli che sin da subito aveva dichiarato di voler effettuare nuove scelte nel momento in cui, da parte delle quote rosa presenti nella sua maggioranza, qualcosa sarebbe cambiato in termini di disponibilità personale o di competenze maturate: «L’amministrazione» sentenzia, «si costituirà in giudizio per resistere al ricorso sulla base delle motivazioni già indicate nei decreti di nomina».

Gemma Canzoneri

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