«Quota rosa non rispettata c’è solo un’assessora»
Gasparini (Sinistra per Mirano) ha inviato una lettera di chiarimenti al prefetto La replica di Pavanello: «Conta anche il sesso del sindaco», ma i dubbi rimangono
Porcile Lorenzo /Piazza Martiri della libertà, Mirano/Morsego/ vedute della piazza e del muniucipio di Mirano
MIRANO. Continuità o usato garantito? E soprattutto: quote rosa rispettate? Si accende la discussione sulla nuova giunta Pavanello, varata la scorsa settimana dalla riconfermata sindaca di Mirano: “sindaca” sì, in ossequio alla nuova moda grammaticale, ma con una sola “assessora” (Anna Gnata). Più di qualcuno, scorrendo l’elenco dei nuovi assessori, si è chiesto dove sia (se lo sia) rispettata la norma, vincolante, che impone la rappresentanza di genere nell’esecutivo, riservando almeno il 40% delle nomine al genere femminile. Un aspetto su cui vuole vederci chiaro, su tutti, Luigi Gasparini, candidato sindaco de La Sinistra per Mirano, che ha inviato una richiesta di chiarimenti al prefetto. Gasparini, ma anche altri, rilevano come una sola “assessora” su cinque, non rispetti la quota prevista per legge e rispolvera una recente sentenza del Consiglio di Stato che conferma in secondo grado il pronunciamento del Tar della Calabria, che aveva imposto al sindaco di Montalto Uffugo (Cosenza) di rifare la giunta, perché su cinque componenti uno solo era donna.
«Pavanello non vuole troppe donne in giunta e si è capito», afferma Gasparini, «ma la matematica non è un’opinione e il 40% di 5 è 2». «Conta anche il sindaco», replica Pavanello, «le quote rosa sono perciò garantite dalla mia presenza, perché la giunta è comprensiva del sindaco». Insomma Pavanello e Gnata assieme, secondo la sindaca, raggiungerebbero il 40% delle quote richieste. Anche se arrotondato per difetto.
La legge dunque è rispettata con due donne contro quattro uomini (Giuseppe Salviato, Gabriele Petrolito, Federico Vianello e Cristian Zara). Ma le critiche alla nuova giunta non si fermano al sesso e guardano anche alla sua composizione. Se per Maria Giovanna Boldrin, centrodestra: «È l’assoluta continuità della precedente amministrazione, il vero cambiamento a questo punto sarà l’opposizione», per Andrea Tomaello, capogruppo in pectore della Lega dopo le dimissioni di Semenzato, rileva: «Continuità con i cinque anni passati, dove gli assessori in pratica non hanno lavorato, non mi sembra una buona notizia per i cittadini».
«I miranesi hanno puntato sull’usato garantito e la sindaca li accontenta riproponendo la vecchia giunta rimpinguata con un ex assessore e un ex consigliere d’annata», aggiunge Antonio Milan, M5S, «mi chiedo dove siano i giovani sui quali la sindaca affermava di voler puntare: li tiene buoni con qualche delega di facciata?». «Mirano è una città complessa che necessita di persone competenti e con esperienza», chiude Pavanello, «i giovani avranno modo di crescere per governarla nei prossimi anni».
Filippo De Gaspari
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