Qui il dono resiste L’Avis della Riviera in controtendenza
DOLO. Un aumento delle sacche di sangue raccolte e ben 153 persone, quasi tutti ragazzi, che hanno svolto la loro prima donazione. Questi sono i principali dati esposti da Giulio Piccolo, presidente dell’Avis Riviera del Brenta, nell’assemblea dei soci a Cazzago. Un dato in controtendenza rispetto al totale della provincia di Venezia che lo scorso anno ha visto un calo delle donazioni pari al 4, 39 per cento dovendo, per la prima volta in 50 anni, chiedere “aiuto” alle altre province venete per soddisfare la richiesta di trasfusioni.
Una volta era tradizione di domenica andare a messa ed a donare il sangue, mentre oggi questa pratica è andata perduta. L’Avis Riviera del Brenta comprende 1.573 soci di Dolo, Mira, Pianiga, Fiesso, Campagna Lupia, Campolongo e Fossò. Nel 2017 hanno donato 2.696 sacche di sangue con un aumento di 12 unità rispetto all’anno precedente. A queste donazioni vanno aggiunte quelle delle Avis di Camponogara, Stra e Vigonovo, e dei donatori non iscritti, che portano il Centro Trasfusionale di Dolo a raccogliere circa 4.500 sacche di sangue all’anno.
«Il mantenimento è un dato positivo», dice Piccolo, «viste che la carenze che ci sono state l’anno passato e i problemi emersi nei primi mesi di quest’anno con la necessità a gennaio dello 0 positivo. Noi cerchiamo di rispondere alle necessità con un’attività mirata, svolta da una persona al centro trasfusionale di Dolo e dai volontari Avis nella nostra sede che contattano le persone, magari di un particolare gruppo sanguigno, ricordandogli di andare a donare».
Assieme c’è l’attività svolta nelle scuole. «Ci rechiamo nei tre istituti superiori di Dolo con il progetto “Francesco Bosello” che ha l’obiettivo di sensibilizzare la pratica del dono del sangue e che si è concluso lo scorso anno con una borsa di studio. Il risultato è stato molto soddisfacente e l’attività continua anche quest’anno».
Nel 2017 l’Avis Riviera del Brenta ha visto ben 281 nuove visite di idoneità per diventare donatore di cui il 70 per cento fatte da studenti. Di questi ben 153 hanno già fatto la loro prima donazione. La visita per l’idoneità prevede l’elettrocardiogramma, i raggi ai polmoni e il prelievo del sangue, ed è importante anche come attività di prevenzione per la salute delle persone.
«Il dono di sangue è un gesto importante e gratuito», dice Piccolo, «importante perché permette di aiutare persone bisognose. Poi diventa anche uno stile di vita, perché il donatore deve avere uno stile di vita sano. Voglio lanciare un appello a tutti: andate a donare, c’è molto bisogno di sangue».
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