«Questo giorno ci serve per essere comunità»
«Abbiamo bisogno di un giorno diverso, abbiamo bisogno della domenica, delle relazioni, delle cose belle per essere comunità». Il responsabile per la Pastorale degli Stili di Vita, don Gianni Fazzini, ieri mattina di fronte al Duomo di Mestre, ha spiegato le ragioni della Chiesa, in profondo accordo con quanto enunciato dalla Confesercenti e dal vicesindaco, Sandro Simionato. Perché come ha ripetuto il parroco di Dese, don Enrico Torta per ricordare la sua avversione alle aperture domenicali e il suo appoggio alla battaglia contro la deregulation «tutto ciò che è umano è anche profondamente cristiano».
Fazzini ha assicurato che il Patriarcato sta seguendo la campagna: «Abbiamo scritto una lettera a tutti i parroci della Diocesi, per collaborare in modo pieno esprimendo l’appoggio del patriarca all’iniziativa e si stanno già attivando molte parrocchie della Provincia, come Mira, Oriago e tante altre, per dar vita a banchetti». «Pensare che la difesa del Pil sia il massimo valore è un grande limite di molti», spiega, «l’unico metro di chi ha prodotto questa normativa, che evidentemente ritiene l’economia l’ultima legge». In tanti per tutta la mattina si sono avvicinati, carta d’identità alla mano, per apporre la propria firma. E c’è chi è uscito di casa apposta, solo per manifestare il proprio dissenso, come i titolari del negozio di via Einaudi, Esposti. Sono arrivati, uno ad uno, i commercianti di Piazza Ferretto, molte commesse dei negozi ieri aperti e del vicino centro Le Barche, ma anche semplici cittadini. A sottoscrivere la petizione allegata alla proposta di legge, anche Giuseppe Scaboro, presidente dell’associazione Immagina Mestre, che ha firmato come cittadino privato e il segretario regionale della Cgil, Emilio Viafora. Nei prossimi giorni i banchetti si moltiplicheranno, sempre con la presenza di un pubblico ufficiale.(m.a.)
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