Quelle rapine ai supermercati che potrebbero aver "rotto" la banda

Per capire il movente dell'omicidio di Ivano Gritti i carabinieri stanno ricostruendo cosa potrebe essere successo nella spartizione del magro bottino dell'ultimo colpo alla Coop di campiello dei Meloni

VENEZIA. "Elementi contigui". Sono tre i colpi avvenuti in centro storico in questi ultimi giorni, tutti ai danni di supermercati, tutti con tre persone. Tutti avvenuti all'ora di chiusura. Tutti fatti da italiani. Tutti con almeno uno che conosceva molto bene la zona e sapeva dove e come dileguarsi. Tutti con un bandito che parlava con accento meridionale. Tutti con lo stesso tipo di armi, in particolare una pistola.

Una pistola che i cassieri che se la sono vista puntare addosso hanno giudicato vera. Una pistola che potrebbe essere proprio quella con la matricola abrasa usata da Ciro Esposito per uccidere Ivano Gritti, che lo considerava un amico ma che doveva discutere con lui qualcosa di importante. Di molto importante. Forse una "cresta" su un bottino. Una cosa molto grave nel codice della mala: se abbiamo rischiato insieme, insieme si spartisce. Se nascondi parte del bottino sei già un "infame".

C'è davvero parecchio materiale su cui i carabinieri devono soffermarsi e che stanno analizzando. Le immagini delle telecamere di sorveglianza avevano già fatto capire come il terzetto potesse essere lo stesso, con due "leader" molto affiatati e un terzo complice con mansioni di sorveglianza dell'esterno. Due leader tra cui qualcosa potrebbe essersi rotto.

Affiatati Ivano e Ciro lo erano. Ciro era il cugino della convivente di Ivano. Passavano tutto il tempo insieme e il bar di campiello San Rocco li vedeva spesso ai tavolini con lo spriz. Ciro era uno dei pochissimi a cui Ivano faceva tenere i suoi amatissimi cani. Insomma, una coppia di amici anche fuori dal "lavoro".

Ma se l'ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri è giusta allora l'analisi di quello che è successo durante il "lavoro" è basilare. Uno dei tre colpi potrebbe aver portato alla "rottura". Nell'ultimo, in particolare, le cose non erano andate bene. A differenza di quanto avvenuto giovedì 28 dicembre durante l'assalto al supermercato Coop di San Giacomo de l'Orio, dove il bottino era arrivato a 4 mila euro, domenica 7 dicembre alla Coop di campiello dei Meloni in bottino era stato di appena 300 euro.

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Lo aveva spiegato la cassiera, dicendo di avere dato i 300 euro al bandito che parlava con accento meridionale. Poco, troppo poco. E forse anche quel poco non era stato suddiiso bene.

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