«Quel pugno al volto poteva uccidermi»
PIANIGA. «Al sindaco di Jesolo Valerio Zoggia e agli altri amministratori del litorale, a cui parevano eccessivi i provvedimenti presi dalla questura nei confronti del locale "Vanilla Club", chiedo di porsi la domanda di cosa avrebbero detto se a rischiare la vita a causa di una aggressione in quella discoteca fosse stato il loro figlio»
.È la domanda che pone Lucia Pannuzzo, mamma di Daniele Bariletti il ragazzo di 24 anni, finito in coma dopo un'aggressione al "Vanilla Club" di Jesolo, e dimesso da qualche giorno dal reparto di neurochirurgia dell'Angelo di Mestre, e che ieri mattina abbiamo incontrato nell'abitazione di via Roma.
I segni dell'aggressione, da parte del 35enne di Cavallino che ha sferrato un violentissimo pugno al volto al ragazzo, ci sono ancora tutti. «Hanno dovuto», dice Daniele ancora dolorante, «aprirmi letteralmente la testa e ridurmi in urgenza l'ematoma che si stava ingrandendo. Se non fossero intervenuti prontamente i medici, sarei già morto. Ho dovuto subire un'operazione di ricostruzione maxillo-facciale del volto. Il pugno mi aveva letteralmente staccato il naso dalla base di 3 centimetri, il setto nasale non era solo fratturato».
Daniele non risparmia le accuse al locale. «Quella persona», spiega, «che mi ha aggredito, se ci fosse stato un sistema di sicurezza adeguato, non sarebbe entrata nel privè dove mi trovavo. Lì non aveva alcun titolo per restare. Il Vanilla ha subìto la sospensione dell'attività nel periodo clou della sua stagione, mi dispiace perché è un locale che conosco e conosco pure alcuni dipendenti, ma non è certo colpa mia quello che è accaduto. Va detto che io sono un libero professionista nel settore commerciale, e a causa di questa aggressione perderò mesi di lavoro. Devo ringraziare il capocameriere del Vanilla che ha capito la situazione e ha invitato me, i miei amici e la mia fidanzata a correre in ospedale».
Ora il giovane dovrà sottoporsi ad una serie di controlli continui. La paura è quella di conseguenze gravi nel futuro (cefalee e attacchi epilettici) anche se le conseguenze peggiori paiono essere scongiurate. «Sono contenta», spiega mamma Lucia, «che l'aggressore sia stato identificato e che sia un italiano. Se si fosse trattato di uno straniero, di un turista in vacanza, sarebbe stato molto più difficile trovarlo».
Ad identificare il 35enne del Cavallino, che aveva già precedenti specifici per rissa ed è esperto di arti marziali, sono state le testimonianze congiunte dello stesso Daniele e degli amici alla polizia, e anche i filmati delle telecamere di controllo.
«Questa persona», dice mamma Lucia», deve rispondere delle accuse di lesioni gravissime. Se fosse stato fermato e trattenuto dalla security subito sarebbe stato arrestato, e si sarebbe capito ad esempio se era ubriaco o meno. Abbiamo dato incarico all'avvocato Giuseppe Cherubino di portare avanti la nostra azione legale nelle opportune aule giudiziarie sia in sede penale che civile».
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