«Quei tendoni sono abusivi dovranno essere demoliti»
CHIOGGIA. Nuovo stop ai tendoni. Un’ordinanza del dirigente dell’urbanistica Mohammad Talieh Noori impone alla darsena Marina del Sole di Marino Masiero di togliere due tendoni, uno già esistente di cui è scaduta l’autorizzazione, e uno in via di realizzazione per il quale mancano titolo edilizio e autorizzazione paesaggistica. Un provvedimento “assurdo” secondo Masiero che avrà come effetto il licenziamento di personale impiegato nel rimessaggio e lo spostamento dell’attività a Ravenna.
Ma il provvedimento segna anche un ulteriore tassello nella guerra dei tendoni che da settimane sta creando tensioni nella maggioranza. L’ordinanza di demolizione e ripristino dei luoghi arriva pochi giorni dopo l’ordine del giorno del Pd che invita l’amministrazione a trovare una soluzione urbanistica per “liberalizzare” le tensostrutture che permettano alle darsene di lavorare anche nei mesi non caldi incentivando l’occupazione. Non solo, in commissione, lunedì, il dirigente ha bocciato le soluzioni proposte dalla maggioranza, ma con l’ordinanza di fatto mette nero su bianco che queste strutture non si possono fare. Al momento del sopralluogo dei tecnici dell’urbanistica alla Marina del sole, il 10 novembre, erano presenti ancora 500 metri quadri della struttura di 1.000 di cui era stata chiesta l’autorizzazione il 20 maggio 2014 per un periodo di 90 giorni e si stava allestendo una seconda struttura in pvc di 486 metri quadri di cui era stata chiesta autorizzazione il 5 novembre.
Il provvedimento impone per entrambe la demolizione, nel primo caso per il superamento dei 90 giorni, nel secondo caso per assenza di titolo edilizio e autorizzazione paesaggistica necessari secondo il dirigente perché la reiterata richiesta di strutture dello stesso tipo configura un carattere duraturo e non più temporaneo. Il provvedimento ha scatenato fiumi di commenti, per i significati pratici ma anche per le valenze politiche perché è un atto che va nel senso contrario a quanto il Pd vorrebbe, avallando invece la posizione del sindaco Giuseppe Casson che, sull’ordine del giorno, ha sempre sollevato perplessità.
Il più arrabbiato rimane Masiero che attorno a quei tendoni aveva creato nuovi posti di lavoro. «Non abbiamo fatto alcun abuso edilizio», spiega, «la prima struttura era ancora su per metà perché la ditta preposta a smontarla non era disponibile, l’altra si trova in una zona diversa e, quindi, non dà carattere di permanenza. Io ho indicato la strada per creare lavoro con quattro teli di gomma. Cosa che va bene per giocare (il riferimento è alla tensostruttura di Brondolo per il tennis, ndr) ma non per lavorare in un territorio dove peraltro l’occupazione giovanile tocca il 50%, assurdo. Ce ne andremo da questa città appena possibile, mi spiace solo per i lavoratori che dovrò lasciare a casa».
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