Quei continui scontri con la Lega
MUSILE. Don Saverio si è scontrato più volte con la Lega. Lo scorso anno, in piena emergenza profughi in tutto il Veneto Orientale, il parroco aveva addirittura letto pubblicamente la lettera del sindaco, Vittorino Maschietto, al prefetto per informarlo che Musile non poteva accogliere migranti. E neppure li voleva. Lettera poi letta in chiesa, durante la messa, davanti a tutti i parrocchiani, rimasti senza parole al termine del rito religioso.
Il sindaco, oggi, lo ricorda ancora: «Fu una scelta inopportuna», dice Maschietto, «leggerla davanti ai parrocchiani, loro stessi impressionati da quella decisione da parte del loro parroco come mi comunicarono dopo l’episodio. Era una mia lettera al prefetto, non era giusto esibirla in quel modo e in chiesa. Tanto più che il mio ragionamento era sui migranti economici spinti nei nostri paesi, clandestini, magari delinquenti, non certo chi chiede asilo e fugge dalle persecuzioni».
Ma il sindaco, o vicesindaco reggente, dopo che Gianluca Forcolin è salito al soglio della giunta regionale quale vicepresidente, ne ha anche per l’ultimo episodio che ha riguardato questa volta l’ex sindaco Forcolin e il prelato dopo l’attacco su Facebook.
«Oggi don Saverio si sta comportando come a nostro avviso non dovrebbe nel modo più assoluto», aggiunge Maschietto, «perché la sua missione è ben altra, non certo quella di fare politica, chiedere alle persone di mettersi in lista nel Pd. Sempre restando in tema di social», continua Vittorino Maschietto, «proprio sul profilo del candidato sindaco del centrosinistra Trombelli abbiamo potuto leggere tutti un “mi piace” dello stesso parroco don Saverio che di certo non dovrebbe esporsi a tanto».
Ma don Saverio, parroco, già missionario, impegnato nel sociale nell’aiuto ai bisognosi, si è chiuso ieri nel massimo riserbo, senza voler commentare queste critiche. Sa di essere al centro del dibattito e sa anche di non aver commesso alcun “peccato”. (g.ca.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia