«Quei bambini sotto le macerie, in Nepal ho visto l’inferno»

Il sandonatese Franco Gobbo era a Kathmandu il giorno del terremoto: «Sono salvo per miracolo» L’associazione “Avventure nel mondo” che ha organizzato il viaggio ha aperto una sottoscrizione
La comitiva di Franco Gobbo a Kathmandu prima del terremoto
La comitiva di Franco Gobbo a Kathmandu prima del terremoto

SAN DONA'. C’era anche un sandonatese in Nepal nel giorno in cui a Kathmandu è iniziato l'inferno. Franco Gobbo, impiegato della Provincia al centro per l'impiego, faceva parte di un gruppo di turisti italiani dell'associazione “Viaggi Avventure nel Mondo”. È appena tornato a casa da un viaggio che non dimenticherà più nella sua vita, ora impegnato con la stessa associazione a raccogliere fondi per una popolazione in ginocchio, che ha perso, per il momento, oltre cinquemila persone sotto le macerie, un milione di sfollati almeno. Ma il tragico conto non è ancora terminato.

«Non dimenticherò mai quel 25 aprile», dice Gobbo dalla sua casa di San Donà, «verso le 11 del mattino eravamo tutti a bordo di un pullman per una gita sulle colline sopra Kathmandu, organizzata poco dopo il nostro arrivo in Nepal. Abbiamo sentito come un boato, un fragore strano e indecifrabile. Inizialmente abbiamo pensato a un terribile incidente stradale. Poi abbiamo iniziato a sentire la gente che gridava e piangeva. Tanti correvano senza meta. Solo allora ci siamo resi conto del terremoto».

Immagini forti, impressionanti, indelebili nella sua mente. Gobbo non riesce a staccarsi da quelle ore vissute sulla sua pelle: «Noi eravamo miracolosamente al sicuro, perché anche se il nostro albergo in città non è crollato perché in una zona marginale, comunque saremmo stati a rischio se magari avessimo camminato a quell’ora sulle strade della città. Non siamo potuti in ogni caso tornare in hotel: quella notte abbiamo dormito nel pullman. Il 26 siamo riusciti a salire sull’aereo per fare ritorno in Italia con l'ultimo volo possibile, altrimenti non sappiamo cosa sarebbe potuto accadere e quando saremmo tornati. Certe scene viste con i miei occhi sono state davvero terribili. Palazzi interi crollati, persone sotto le macerie, bambini. Tante donne disperate che piangevano e cercavano con le mani tra i resti delle case e i palazzi distrutti. Adesso so solo una cosa: dobbiamo aiutare quella popolazione a rialzarsi perché senza l'aiuto da parte di tutto il mondo non ce la potrà fare».

L'associazione che ha organizzato il viaggio vuole ora contribuire nel modo più efficace e rapido possibile a dare sostegno alla popolazione nepalese inviando medicine, materiale, viveri, e quanto sia richiesto dalla situazione contingente. È stata aperta una sottoscrizione per chi desidera partecipare all'aiuto. I dati sono: Unicredit Spa intestazione Hanuman Onlus Iban IT 89B0 2008 11725 000103717364 causale Emergenza Nepal cognome nome con preghiera di comunicare all'indirizzo email emergenza.nepal@gmail.com il proprio nome e cognome ed importo del versamento.

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