Quattro stranieri minacciano commessa

Maerne. Strano episodio in un negozio di arredo da giardino: «Penso stiano preparando un raid»

MAERNE. «Tranquilla che torneremo». Una frase che è parsa come una minaccia a una ragazza di un negozio di arredo da giardino esterno e casette di legno a Maerne. Lei ha 20 anni e da giovedì dopo le 17, lavora un po’ meno tranquilla. Dell’episodio sono stati informati i carabinieri. Si è trovata davanti quattro stranieri, di cui tre donne, che sembravano interessate a fare degli acquisiti ma forse cercavano altro.

E forse, per distrarre la ventenne, potrebbe esserci stata una telefonata. «Era appena uscito il titolare», racconta la giovane, «e in ufficio ero rimasta sola. Passano pochi secondi e mi squilla l’apparecchio con un numero della provincia di Venezia. Dall’altra parte una donna mi pone delle domande che non capivo. Quasi in contemporanea, entrano due donne, all’apparenza normali clienti. Mi chiedono dei prodotti, una guarda da una parte, l’altra altrove, anche dietro alla mia scrivania. Una signora mi prega di poter vedere una casetta di legno e l’accompagno fuori. Mi invita ad entrare, ma capisco che c’è qualcosa di strano».

Mentre sta per tornare in ufficio, l’impiegata si trova davanti altre due persone, stavolta un uomo e una donna, che prendono in mano un catalogo. «Dico loro di andarsene», prosegue la giovane nel racconto, «e mi rispondono: “Tranquilla che torneremo”. Ma non mi sembrava per poter comperare qualcosa, anzi. A quel punto prendo il telefono, fingo di chiamare il mio titolare e le due signore giunte per prime, vorrebbero rientrare in negozio, però le spingo fuori e riesco a chiudermi dentro. Non li ho mai viste, da allora sono preoccupata e credo sia stato un sopralluogo vero e proprio».

A qualche chilometro di distanza, stavolta a Olmo, tra venerdì e sabato, nella stessa notte in cui avevano provato a entrare in cinque case in via Garibaldi a Maerne, ignoti si sono intrufolati in una villetta in zona Tabina.

I ladri hanno forzato una tapparella e si sono impadroniti dei portafogli, trovati in giardino dal marito e dal figlio il mattino seguente senza i 350 euro contenuti all’interno. La moglie, invece, si era alzata fra le 3 e le 3.30 per bersi un tè: forse sentendola arrivare, i malviventi hanno deciso di scappare. Il coniuge aveva udito alcuni strani rumori, ma pensava fosse la consorte in cucina. Anche in questo caso, sono state avvertite le forze dell’ordine. Alessandro Ragazzo

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