Quattro licenziamenti alla Venini martedì i lavoratori in sciopero
MURANO. Il settore vetro continua ad attraversare un momento critico, e a testimoniarlo sono gli ultimi quattro licenziamenti che hanno interessato stavolta lo storico marchio Venini. Giovedì sera, terminato il turno di lavoro, quattro addetti alla produzione a caldo si sono visti consegnare la lettera che chiude di fatto il loro rapporto con l'azienda. Da martedì saranno a casa.
«Una scelta che non condividiamo e alla quale ci opporremo con tutte le nostre forze», annuncia Michele Pettenò, segretario provinciale della Cgil-Filctem Vetro. «Come primo passo ci sarà l'impugnazione dei licenziamenti, quindi martedì abbiamo indetto otto ore di sciopero nell'azienda muranese, e se sarà necessario arriveremo anche a occuparla. Da tempo, sapevamo che stava bollendo in pentola qualcosa di preoccupante, e del resto erano anni che Venini era costretta a ricorrere agli ammortizzatori sociali. Ma con l'arrivo dei nuovi soci e di Damiani Gioielli ci aspettavamo una ripresa, non certo questi licenziamenti». Tre dei quattro dipendenti hanno moglie e figli, e c'è chi in Venini lavorava da quasi vent'anni. Comunque sono tutti lontani dalla pensione, e il licenziamento apre scenari difficili.
«Non so darmi una spiegazione», commenta Gianni Foffano, da 16 anni in azienda e a questo punto anche ex membro Rsu dell'azienda. «Tempo addietro a 14 dipendenti era stata proposta una buonuscita su mobilità volontaria, ma non era stata accettata perché nessuno sarebbe riuscito ad arrivare alla pensione. Pochi giorni fa era stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione, e giovedì sono arrivati i licenziamenti. Nel 2008 Venini aveva 107 dipendenti, ora sono diventati 76 compresi quelli dei negozi. Capiamo la necessità di ristrutturare la pianta organica, ma da sette anni vengono utilizzati gli ammortizzatori sociali e i contratti di solidarietà. Avevamo anche fatto un referendum tra i dipendenti, dicendo all'azienda di essere pronti a proseguire per due anni con i contratti di solidarietà per accompagnare in pensione, in modo “naturale”, chi poteva farcela, e così ridurre lo stesso il numero di addetti. Purtroppo, non siamo stati ricevuti».
Alla Cgil-Filctem i timori per il futuro sono chiari: «Questi sono i primi licenziamenti a Murano in questo 2016, dopo quelli a Formia International ed Mlg dello scorso anno», aggiunge Pettenò. «Non vorremmo mai trovarci di fronte a un effetto domino, pericolosissimo in questo momento. Per questo chiederemo un intervento a tutte le istituzioni, compreso il sindaco Luigi Brugnaro che di vetro se ne intende e potrebbe essere sensibile a questa causa. Martedì faremo un volantinaggio a Murano durante lo sciopero alla Venini, ma a preoccuparci sono anche molti altri marchi della produzione vetraria dell'isola. C'è chi non paga in tempo gli stipendi, chi non ha versato il premio produzione, il Tfr e perfino il fondo pensione. La situazione è quanto mai critica in questo settore».
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