Quattro casinò, incassi in calo per tutti

Tra le case da gioco italiane nessuna sorride. A Venezia previsioni positive per febbraio: + 5% rispetto al 2016
Interpress/Mazzega Venezia, 20.09.2016.- Cà Vendramin Calergi sede del Casinò di Venezia
Interpress/Mazzega Venezia, 20.09.2016.- Cà Vendramin Calergi sede del Casinò di Venezia

Stanno tutti male. I quattro Casinò italiani, non solo Venezia, ma anche Sain-Vincent, Campione d’Italia e, in misura minore, Sanremo sono alle prese con un calo di incassi che può avere effetti anche sul piano occupazionale. Il caso più grave è quello del Casinò valdostano, dove rischiano gli esuberi oltre 200 lavoratori della casa da gioco, ma problemi di liquidità, legata anche alla forte rivalutazione del franco, ha anche Campione d’Italia, che ha già sperimentato per qualche anno i contratti di solidarietà per i suoi dipendenti. Va meglio a Sanremo che però ha chiuso in leggera flessione di incassi il 2016. Venezia era stato l’unico Casinò italiano a chiudere il 2016 in leggera crescita - circa 2 milioni di euro - gli incassi rispetto all’anno precedente, ma già a gennaio 2017 la perdita è di quasi il 10 per cento.

Segnali positivi arriverebbero invece a febbraio, con una ripresa rispetto allo stesso mese dello scorso anno di circa il 5 per cento. A gennaio l’unico Casinò a veder salire gli incassi è stato Campione d’Italia, con un più 2 per cento circa, mentre Sanremo vede flettere gli incassi del 6,5 per cento e Saint-Vincent, in caduta libera, di oltre il 23 per cento. È in questo quadro molto difficile per le case da gioco italiane - stroncate anche dalla concorrenza dello Stato con le slot ammesse in tabaccherie e sale giochi - che va inquadrato il nuovo piano industriale che il Comune ha presentato nei giorni scorsi per il suo Casinò e che ha un rischio preciso: se non dovesse andare a buon fine, con la collaborazione dei sindacati, potrebbe comportare la chiusura almeno parziale della sede storica di Ca’ Vendramin Calergi - con il gioco concentrato solo nel week-end - e un’inevitabile riduzione di personale. Il 6 e 8 marzo, a Ca' Farsetti, azienda, proprietà e sindacati inizieranno la trattativa sul piano industriale e solo allora i sindacati formalizzeranno le loro osservazioni e proposte, ma ciò che filtra dai primi incontri di consultazione tra le sigle è la delusione per la mancanza di un vero e proprio piano di rilancio della casa da gioco, insistendo soprattutto sui tagli e i risparmi di spesa.

Tra le misure previste dal Piano del Comune ci sono la ridefinizione dell’orario di lavoro del personale di Gioco, dei quadri e degli amministrativi. Prevista inoltre la revisione del sistema dei premi con ridefinizione delle soglie di calcolo per averne diritto. Ancora, in programma la revisione dei contenuti alla “norma transitoria” che oggi riguarda 157 dipendenti e la ridefinizione congiunta dell’età per il lavoro in piedi ai tavoli al fine di aumentare la flessibilità di gestione dei turni. Prevista ancora la ridefinizione delle pause di lavoro al fine di recuperare capacità produttiva e l’eliminazione delle giornate di indisponibilità, che consentono di assentarsi dal lavoro senza giustificazione. Ma su tutto questo non c’è ancora accordo. (e.t.)

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