«Quattro anni con i supplenti, ora basta»
MARCON. «I nostri bambini non riescono ad avere un insegnante che curi la loro preparazione, da anni continuano ad avere supplenti e qualcuno non vuole più andare a scuola».
A protestare sono le madri della classe quinta A del plesso Don Milani, che fa parte dell’istituto comprensivo Malipiero, tanto che proprio ieri hanno scritto una lettera indirizzata all’ufficio scolastico territoriale e alla dirigente. «15 settembre 2014, ore 8, suona la campanella tutti in classe, finalmente in quinta, un anno importante, fondamentale e impegnativo ci ha detto la maestra di italiano salutandoci a giugno. Ma la maestra dov’è? La maestra non c’è», l’esordio tra il serio e il faceto della missiva, «apprendiamo così che anche quest’anno, come gli scorsi, l’insegnante di ruolo è assente, circostanza rispetto alla quale non entreremo di certo nel merito. Non possiamo esimerci dal denunciare la situazione di grave disagio derivante dal fatto che nel corso della seconda, terza, quarta elementare, le continue assenze dell’insegnante hanno comportato il succedersi di numerose sostituzioni (alcune anche di soli pochi giorni) con la conseguente impossibilità per gli alunni di trovare una figura di riferimento costante nonché un metodo di insegnamento continuo e valido».
E ancora: «Abbiamo potuto verificare, nel normale confronto con alunni di pari classi o con le competenze nell’area linguistica di sorelle e fratelli e, per coloro che se lo possono permettere, con gli insegnanti di ripetizione che la preparazione dei nostri figli è inadeguata specie in vista del passaggio alla scuola di secondo grado». I bimbi, insomma, vanno già a ripetizione e sono solo alle elementari, perché le madri temono che in prima media verranno bocciati. «Sono in quinta», spiega una mamma, «ma sembrano in terza».
«Il patto educativo di corresponsabilità tra scuola e famiglia prevede che la scuola s’impegni a garantire la puntualità e la continuità del servizio scolastico vista la fondamentale importanza della scuola primaria che mira all’acquisizione degli apprendimenti di base», scrivono ancora, «i nostri figli manifestano disagi di vario genere nel dover vivere questi continui cambiamenti».
Marta Artico
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