Quasi cinque anni all’ex broker

Dura condanna a Pierpaolo Visintin accusato da decine di persone
Di Enri Lisetto

PORTOGRUARO. Abusivismo finanziario e truffa aggravata, 29 capi di imputazione che, incrociati e moltiplicati per effetto del concorso, diventano 58.

Quasi 5 milioni di euro movimentati, perlopiù annullati in partite di giro; 700 mila di euro, di risparmiatori, utilizzati per la sponsorizzazione della sua squadra di calcio. Nessun “tesoretto” all’estero o in Italia. Uno dei pochi casi in cui l’abusiva raccolta di denaro viene punita con una pena molto severa.

L’ex promotore finanziario Pierpaolo Visintin, 44 anni che sino al febbraio 2013 era mandatario della Hypo Bank Alpe Adria di Tavagnacco, originario di Sagrado, già presidente di una squadra di calcio a 5 e candidato sindaco e consigliere dell’Udc a Sesto al Reghena, ha chiuso ieri il conto con la giustizia: quattro anni e otto mesi di reclusione, senza condizionale e senza risarcimento per il rito.

Le parti offese, se lo riterranno, dovranno avviare un procedimento civile.

Il patteggiamento, formalizzato davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pordenone Alberto Rossi, è stato sancito ieri dal pubblico ministero che ha condotto l’indagine lampo assieme alla guardia di finanza, Matteo Campagnaro, e il difensore dell’ex broker, l’avvocato Roberto Cianci.

Il fascicolo era stato aperto ad aprile dello scorso anno, il 13 agosto la misura cautelare della custodia in carcere (fino al mese precedente, infatti, era proseguita l’attività di raccolta del denaro dei risparmiatori in maniera abusiva), quindi il Riesame aveva concesso gli arresti domiciliari per l’ex broker, tuttora sotto misura.

Nel frattempo Pierpaolo Visintin, aveva reso interrogatorio due volte: «Non ho sottratto soldi», si era difeso, paventando alcuni casi di calunnia, i cui eventuali risvolti giudiziari proseguiranno autonomamente in altri procedimenti.

Non aveva sottratto soldi, ma aveva violato le regole del mercato finanziario, aveva ribattuto l’accusa.

Pierpaolo Visintin era indagato per avere raggirato una quarantina di investitori (le denunce sono raccolte in tre faldoni), con la promessa di guadagni super. Unica credenziale, spesso, la fiducia personale. Milioni di euro di ammanco, poi, dovuti a investimenti sbagliati, e verosimilmente utilizzati per tappare le falle che mano a mano di aprivano quando i clienti reclamavano la restituzione del denaro non vedendone i frutti promessi.

Una triangolazione di soldi che, alla fine, lo aveva fatto trovare con l’acqua alla gola.

L’indagine era partita dalla denuncia di una coppia udinese che aveva affidato a Visintin i risparmi di una vita: 600 mila euro.

Le altre vittime erano persone anziane, che non avevano competenze in materia di investimenti finanziari, e persone che speravano di fare l’affare della vita.

A sporgere querela furono risparmiatori, tra gli altri, residenti a Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria e Portogruaro, Sesto al Reghena, San Vito al Tagliamento, Udine, Gorizia,.

Circa 700 mila euro di risparmi, secondo quanto accertato dalla guardia di finanza che ha esaminato migliaia di documenti, sarebbero stati utilizzati per pagare gli stipendi dei giocatori stranieri della New Team, squadra di calcio a 5 approdata alla serie A di cui Visintin è stato presidente e che ha chiuso i battenti all’inizio dell’estate per mancanza di sponsor.

La maggior parte, invece, è servita per «movimenti di compensazione».

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