Quarto, sesso al night club condannato il barista

Un anno e quattro mesi per favoreggiamento alla prostituzione I titolari dei club avevano già patteggiato. Erano stati scoperti dai carabinieri

QUARTO D’ALTINO. Sperava di cavarsela, puntando sul fatto che lui era il barista del night club di Quarto d’Altino dove, secondo le accuse, le ragazze non si limitavano a ballare e a spogliarsi sul palco, ma avevano anche rapporto sessuali con i clienti che le pagavano. Ieri, però, i giudici del Tribunale di Venezia presieduti da Irene Casol hanno condannato il 50enne mantovano Nicola Alessandro a un anno e quattro mesi per favoreggiamento della prostituzione. I titolari del «Music Club» e del «Cikala Club», lo jesolano Matteo Vendramello e il sandonatese Lorenzo Borga, erano già usciti dal processo dopo aver patteggiato il primo la pena di un anno di reclusione, il secondo di un anno e quattro mesi per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Ieri, il pubblico ministero Carlo Nordio aveva chiesto una condanna a un anno e otto mesi di reclusione per Nicola Alessandro.

Gli accertamenti dei carabinieri avevano provato che spesso le notti hard, nel Veneto Orientale, finivano proprio a Quarto d' Altino, al «Music Club» o al «Cikala Club», dove con i biglietti da cento c'erano le ragazze giuste. Due anni fa avevano patteggiato una pena di un anno di reclusione ciascuno altri quattro imputati. Tutti, oltre che dei reati per i quali sono stati condannati, dovevano rispondere anche di associazione a delinquere, ma anche il giudice dell’udienza preliminare aveva prosciolto Vendramello, Borga e Alessandro perché il fatto non sussiste.

Nel giugno del 2009, erano anche finiti in manette, ma due giorni dopo il giudice non aveva convalidato il loro arresto. Le prove raccolte allora dai carabinieri erano basate, oltre che sulle segnalazioni degli abitanti di Quarto, sulle relazioni dei militari che, fingendosi semplici clienti, avevano in più occasioni frequentato i due locali. Le ragazze esercitavano la prostituzione e una parte di quello che guadagnavano (un rapporto veniva pagato 200 euro, dei quali cento andavano alla ragazza, il resto a chi gestiva i locali) finiva nelle tasche degli indagati. Le ragazze che giravano nei due club erano una trentina, tutte ventenni e provenienti dai paesi dell'Est, tutte con permesso di soggiorno.

Giorgio Cecchetti

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