«Quartiere a luci rosse a Mira» Morara presenta la proposta

Il consigliere del Pdl firma il referendum per la riapertura delle case chiuse e rilancia la sua battaglia «Nella zona industriale di Giare si può creare un’area dedicata e controllata dalle autorità sanitarie»
MARIO MORARA consigliere di Forza Italia
MARIO MORARA consigliere di Forza Italia

MIRA. Un quartiere a luci rosse a Gambarare di Mira in zona industriale. La proposta arriva dall’ex consigliere di Forza Italia Mario Morara che con un gruppo di cittadini è intenzionato a presentare una variante urbanistica finalizzata all’obiettivo di far lavorare una cinquantina di “professioniste del sesso” eliminando il fenomeno dalla strada.

Morara, da anni portabandiera di questa battaglia, rilancia prendendo spunto dalla raccolta di firme per il referendum finalizzato alla riapertura delle case chiuse. «Invitiamo tutti a firmare all’ufficio Urp del Comune» spiega Morara «Un modo per dare finalmente un calcio alle ipocrisie perbeniste». Morara ricorda come la Corte di Giustizia della Comunità europea si sia pronunciata in materia il 20 novembre 2011, in occasione del “decreto Jany”. Si trattava di cittadine polacche e ceche che volevano stabilirsi ad Amsterdam per esercitare la prostituzione: i Paesi Bassi avevano negato il permesso di soggiorno. La Corte di Giustizia è stata chiara: «L’attività della prostituzione esercitata a titolo individuale può essere considerata come un servizio erogato dietro remunerazione e pertanto si inserisce nell’ambito della libera prestazione di servizi» . Di fatto ha bocciato la condotta del governo olandese considerando la prostituzione alla pari di altri servizi svolti da persone maggiorenni libere e consenzienti. «Morara poi scende nel dettaglio della proposta che sarà presentata al Comune di Mira. «L’area più adatta è quella a ridosso del Pip di via Maestri del Lavoro dove deve essere ancora completata la zona industriale- dice. Qui potrebbero nascere una decina di locali ad hoc come quelli già presenti in Austria e Germania. Le attività sarebbero tassate, controllate dall’Asl periodicamente, per evitare il sorgere di malattie trasmissibili sessualmente, e libere dalle varie mafie che solitamente le controllano perché appunto clandestine. Anche l’ente locale ne ricaverebbe un grosso introito facendo emergere il lavoro nero e risanando il bilancio».

A Mira il problema della prostituzione è sempre stato molto sentito. Da controlli fatti dalle forze dell’ordine una ventina di ragazze lavora sulla Romea da Malcontenta a Giare, altre 5-6 donne utilizzano camper; un’altra ventina di donne lavorano in appartamenti e fini centri massaggi.

Alessandro Abbadir

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