Quarantré anni di golosità La pasticceria Zancanaro che fa più dolce il quartiere

STORIE D’IMPRESADue mesi di lavoro, un restyling completo e il raddoppio degli spazi disponibili. La Pasticceria Zancanaro dopo 43 anni si è rinnovata completamente, a eccezione del personale e dei...

STORIE D’IMPRESA

Due mesi di lavoro, un restyling completo e il raddoppio degli spazi disponibili. La Pasticceria Zancanaro dopo 43 anni si è rinnovata completamente, a eccezione del personale e dei prodotti che continuano a rispettare la linea artigianale tra biscotti, torte, pasticcini e salatini. Aperto il 24 aprile del 1975 da Daniele Zancanaro e dalla moglie Loretta, nel corso degli anni il locale di via Castellana 115, angolo San Vigilio, ha saputo fidelizzare la propria clientela diventando un autentico punto di riferimento per gli abitanti di Zelarino, e non solo. Attualmente è la pasticceria con più storia alle spalle tra quelle del quartiere, e i titolari non ne hanno voluto sapere di gettare la spugna. «Abbiamo avuto delle offerte per la vendita degli spazi, ma non ce la siamo sentita», racconta Loretta Zancanaro.

«Amiamo quel che facciamo, siamo affezionati alla nostra clientela, poiché sono quelle stesse persone che ci hanno permesso di consolidare nel tempo questa pasticceria. E non avremmo potuto accettare di vedere dopo di noi saracinesche abbassate, locali vuoti o destinati a qualcosa che non garantisse qualità a Zelarino e ai suoi abitanti. Così abbiamo deciso di continuare, rinnovando il tutto e il risultato ci piace». Due mesi di lavori, una squadra affiatata che ha cambiato tutto dalla rete fognaria alle apparecchiature per il laboratorio, dagli arredi ai pavimenti. Ma il cuore pulsante della pasticceria Zancanaro è rimasto tale e quale. Mercoledì la riapertura, e i titolari sono stati letteralmente sommersi di fiori e piante regalati dai clienti abituali per festeggiare l’occasione. «Siamo stati anche fortunati, perché l’aver acquistato a suo tempo i locali con grandi sacrifici, ci ha permesso di poter gestire meglio la situazione nella fase di rinnovo», prosegue. «Poi a convincerci ad andare avanti è stato anche il fatto di poter contare sulle nostre figlie Michela ed Elisa, e sui due pasticceri Paolo e Nicolò che sono con noi da 32 e 11 anni. Chiudere o svendere lo trovavo poco rispettoso anche per loro. E va rimarcata pure la pazienza dei vicini, anche del condominio che ci ospita, che hanno sopportato i due mesi di lavori, forse perché hanno capito il nostro voler tenere bene questa realtà di Zelarino. Un quartiere che, rispetto a tanti altri, è ancora vivo. L’unico problema rimane il telefono: da un mese siamo senza linea e chi ci chiama trova sempre libero. Ma ci siamo, basta venire a trovarci» . —

Simone Bianchi

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