Quando un mezzo a due ruote può salvare tante vite
JESOLO. «Chi ce lo fa fare? L’insegnamento che portiamo avanti , quello dei nostri genitori. E comunque quel 1% che devolviamo in beneficienza a noi non fa la differenza mentre ad altre persone può cambiare la vita».
Ecco sintetizzato in poche parole il senso della beneficienza, del donare per aiutare perfetti sconosciuti, con le parole, semplici e che rifuggono la notorietà, di Roberta Capeleto di Jesolo che assieme ai fratelli tiene le redini della impresa di costruzioni Ferracin e che controlla un’altra azienda del settore in Friuli mentre con la Fidelity controlla la parte immobiliare.
Una azienda, creata dal padre Otello, che ha costituito anni orsono anche un’associazione, una Onlus, per fare beneficienza. E oggi che il signor Otello non c’è più, ci pensano i figli a finanziare le iniziative del Cuamm di Padova, i medici per l’Africa.
Sostenendo progetti come la campagna “Mettiamoci in moto” che il Cuamm sta realizzando con le testate del nostro gruppo Gedi, il mattino di Padova, la Nuova Venezia, la tribuna di Treviso e il Corriere delle Alpi.
Come aiutare
Per devolvere anche un minimo contributo si può partecipare in vari modi. Utilizzando il conto corrente postale: c/c 17101353 intestato a: Medici con l’Africa Cuamm, via San Francesco, 126 – 35121 Padova. Causale: Moto della salute. O bonifico bancario. Le credenziali da utilizzare sono queste: Unicredit IBAN: IT 40T 0200812100000103368567. Intestato a: Opera S. Francesco Saverio – C.U.A.M.M. ONG. Causale: Moto della salute. Per le donazioni con carta di credito è invece possibile farlo direttamente sul sito internet del Cuamm (https://www.mediciconlafrica.org/motodellasalute l’indirizzo). Sul sito anche tutte le informazioni e un video sulla campagna.
Una iniziativa benefica a cui tutti possono partecipare. E che nasce da bisogni concreti. Sulle piste di terra e fango della Sierra Leone e del Sud Sudan le moto-ambulanza possono aiutare, meglio delle jeep, a salvare le vite di mamme e bambini.
PERCHE LE MOTO?
«Vogliamo raggiungere chi ha più bisogno, anche nei villaggi più sperduti», spiegano dal Cuamm. I medici per l’Africa lo spiegano: «Le moto-ambulanze possono garantire trasporti di emergenza, per bambini malati, donne in gravidanza che vengono portate in ospedale a partorire oppure possono arrivare nei villaggi per le campagne di vaccinazione. Le moto sono un mezzo versatile, maneggevole, in grado di aggirare ostacoli e barriere. E Medici con l’Africa Cuamm ne fa largo uso per andare a prendere donne in gravidanza e portarle a partorire in un centro di salute o in ospedale; per trasportare bambini malati in un centro di salute o per portare i vaccini nei villaggi più remoti. La moto diventa, quindi, la soluzione più adatta».
COME SI CONTRIBUISCE
Il progetto, sostenuto anche dai nostri giornali, prevede di raccogliere fondi per acquistare diverse moto per il Sud Sudane e la Sierra Leone e garantire così un trasporto a un malato anche nelle situazioni più impervie. Il costo di una moto, comprensivo di manutenzione e gestione è di 2.500 euro.
Anche un piccolo aiuto è importante e alla Onlus “Uno per cento onlus”, dei Capeleto di Jesolo, “costola” benefica del gruppo Ferasin, lo sanno bene. «Portiamo avanti l’idea di fare del bene e l’iniziativa dei nostri genitori e finché potremo, sosteniamo i progetti del Cuamm e di don Dante che abbiamo conosciuto e con cui lavoriamo dal 2009 dopo esserci avvicinati ai medici per l’Africa, perché volevamo tornare ad occuparci di quel continente così povero», racconta l’imprenditrice Roberta Capeleto.
«Prima avevamo lavorato con altre Onlus e creato, per esempio, un centro di accoglienza per bambini di strada a Bucarest. Ora lavoriamo di nuovo con l’Africa e sosteniamo il progetto delle moto. Devolviamo l’1% degli introiti societari ma coinvolgiamo anche fornitori, dipendenti, aziende che collaborano per noi a contribuire all’attività della nostra Onlus e lo facciamo con un semplice istinto, quello di aiutare», racconta la imprenditrice jesolana, a capo dell’azienda di famiglia. Un esempio di solidarietà attiva che offre un senso, reale, di impegno che è sempre la migliore risposta a quanti sui social urlano “Aiutateli a casa loro” e dimenticano poi il valore della solidarietà.
La Onlus “Uno per cento” svolge la sua attività, priva di lucro, per assistenza e beneficenza, per sviluppare, promuovere e gestire attività umanitarie sia in Italia che all’estero. Costituita nel 2000 per volontà di Otello Capeleto, dal 2009 è al fianco di Medici con l’Africa Cuamm e ha operato nei distretti di Wolisso, Goro e Wonchi. Nel 2009, l’impegno di “Uno per cento” Onlus ha permesso di costruire tre posti di salute nel distretto di Wolisso. Poi hanno collaborato alla costruzione di una “Casa d’attesa” nei pressi di un centro di salute, destinato a ospitare le donne gravide in attesa del parto. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia