Quando l’odore è una molestia, il condominio diventa un ring

Inquilini che cucinano dalla mattina alla sera con aglio e spezie, polli spennati stesi in terrazzo e tante altre abitudini diverse. Così i residenti chiedono regole rigide per reggere la convivenza
Agenzia Candussi, giornalista Artico. Degrado nei condomini di via Ca' Rossa, Mestre.
Agenzia Candussi, giornalista Artico. Degrado nei condomini di via Ca' Rossa, Mestre.

MESTRE. Inquilini che cucinano dalla mattina alla sera facendo gran uso di aglio e spezie. Polli spennati stesi ad asciugare a mo’ di biancheria in terrazzino per la “gioia” di chi abita di sotto che trova il maglione macchiato di sangue. Vicini esasperati.

Giampaolo Zane, presidente provinciale di Gesticond (Libera associazione nazionale amministratori immobiliari), ne sente di tutti i colori, ed è per questo che, con i colleghi, sta inserendo in tutti i regolamenti condominiali la clausola relativa alle cosiddette “molestie olfattive”, chiedendo che venga inserita anche nel regolamento di polizia municipale del Comune di Venezia in via di approvazione, laddove si parla di esalazioni fumi e polveri. Ieri era in municipio con i colleghi, in una seduta in cui si è discusso di locazioni turistiche, B&B e sovraffollamento.

«Da quando nel 2017 è uscita una sentenza della Cassazione che sdogana le molestie olfattive», spiega, «e che cita l’articolo 674 del codice penale, noi abbiamo iniziato a inserirla nei regolamenti, perché in città come Mestre le dispute e le liti condominiali per vicende simili sono tantissime e noi siamo presi d’assalto. Potrei fare mille esempi: dallo straniero che cucina 24 ore al giorno a quello che appende polli spennati o sgozza agnelli in casa. L’odore entra nelle case, le impregna. E spesso non si usano aspiratori. Le multe oggi sono cambiate, vanno da 200 a 800 euro per i trasgressori».

Il problema non è risolto, ma è un inizio. «Serve una grande opera di sensibilizzazione, perché la gente non ne può più». Zane sta preparando anche un manuale di sopravvivenza condominiale, che uscirà a breve. La seconda richiesta è quella di ottenere dall’anagrafe, anche per mezzo di una convenzione con il Comune, i nomi di chi “dovrebbe” risiedere in un condominio, per poi incrociare i dati degli appartamenti. «Per legge dobbiamo redigere l’anagrafe condominiale, ma siamo in grande difficoltà a capire quante persone abitano in una casa».

Luca Rizzi di Anaci (associazione amministratori condominiali) ha acceso i riflettori sul problema del sovraffollamento, chiedendo multe severe (almeno 500 euro per ogni persona in più) e più controlli. «Il problema in città è deflagrato», dice, «consigliamo di leggere il regolamento di Caorle, che è fatto benissimo, per prendere spunto, perché la gente se ne sta andando».

Diego Bordin (Anamni) sottolinea il problema legato ai B&b: «Condomini di Mestre e Marghera sono micro hotel, non c’è controllo, con ricadute sulla sicurezza di chi ci abita e sull’uso degli spazi condominiali». La richiesta è di legare l’autorizzazione turistica all’assenso dell’assemblea condominiale.

Roberto Loschi della Fiap ha evidenziato la differenza tra B&B e locazione turistica, spiegando che un appartamento turistico oggi rende 50mila euro l’anno. Unanime l’appello a fermare l’abusivismo e aumentare i controlli. L’assessore Giorgio D’Este fornisce i dati: 3.197 controlli quest’anno a Venezia, 196 in terraferma. Delle 388 sanzioni, 299 sono per tassa di soggiorno non pagata. —

 

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