Quando il cielo ti ipnotizza
Ha incantato chiunque abbia alzato lo sguardo al cielo domenica e lunedì notte. Un cerchio perfetto di eleganza che da secoli ipnotizza poeti, sognatori, scrittori, scienziati, artisti e sfida gli appassionati di fotografia, come i due lettori, Marco Contessa e Claudio Vianello, che ci hanno inviato le foto di una luna strepitosa.
Marco Contessa non ha resistito e domenica notte è uscito con la sua Lumix per dirigersi a San Nicolò al Lido per corteggiarla. Quella notte la luna era vestita di rosso e si è mostrata in tutta la sua bellezza sulle 5.30, al confine tra il buio e l’alba. La superluna, chiamata tecnicamente così quando appare grande, era anche rossa perché si preparava all’eclissi del giorno dopo. È infatti del 21 la foto di Vianello che l’ha immortalata sopra l’isola di San Giorgio, ma soprattutto sopra il Leone della celebra colonna.
L’eclissi totale è iniziata alle 5.41 e terminata alle 6.43, ma il cielo era molto nuvoloso e non è stato facile per Vianello catturare lo spicchio che sembra cullarsi nell’infinito. L’eclissi si osserva quando sole, Terra e luna sono allineati. La Terra, nascondendo la luce del sole che ogni notte illumina la luna, proietta sulla sua superficie un cono di ombra. Gli esperti dicono che un fenomeno di questo tipo si ripeterà tra dieci anni, mentre quest’anno una parte del mondo, Cile e Argentina, si sta già preparando per vedere l’eclissi totale di sole.
I due fotografi non si sono fatti intimorire dal freddo e dalla levataccia, ma si sono incamminati nel silenzio della notte per immortalarla e godersi uno spettacolo di infinita bellezza. I riflessi della luna rossa sul Bacino di San Marco hanno per alcune ore formato un sentiero di luce sull’acqua e colorato di sfumature dal rosa all’arancione il cielo sopra Venezia.
La notte dell’eclissi invece Vianello si è trovato in piazza San Marco da solo con la luna, velata e svelata dalle nubi.
La pazienza e la passione lo hanno portato a scattare un’immagine suggestiva e romantica che non può non ricordare i versi della Norma di Bellini che dedica alla luna, chiamata Casta Diva, uno dei più bei canti della letteratura: «Casta Diva che inargenti/Queste sacre antiche piante/A noi volgi il bel sembiante/Senza nube e senza vel/Tempra o Diva/Tempra tu de' cori ardenti/Tempra ancor lo zelo audace/Spargi in terra quella pace/Che regnar tu fai nel ciel». —
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